6 agosto2012
Capitolo 2 di 2
Tutto ciò fa molto "epopea del vecchio West".
Oggi è il giorno dell'atterraggio di Curiosity su Marte.
Stamattina, poco prima delle 7.30, ero già davanti al PC sul sito della
NASA per seguire in diretta gli aggiornamenti dei comunicati che l'Ente
Spaziale scandiva.
Una serie di notizie, poi finalmente arriva la comunicazione che Curiosity
è atterrato sul suolo marziano come da programma, dopo più di 200 milioni di
chilometri di viaggio e 8 mesi e mezzo di tempo.
Le telecamere della sala di controllo della missione intanto mostravano
scene di entusiasmo fra i tecnici.
La fase più critica della missione, oltre al lancio, è stato
l'attraversamento di quello che gli scienziati hanno chiamato i "7 minuti
di terrore" , il tempo intercorso tra l'ingresso nell'atmosfera
marziana, ad un' altitudine maggiore di 100 chilometri dalla superficie del
pianeta e l'atterraggio. (Post precedente)
Nella realtà quando è iniziata l'ultima fase della missione l'atterraggio
era già avvenuto ma, a causa della distanza, le notizie da Marte arrivavano con
circa 14 minuti di ritardo pur viaggiando alla velocità della luce.
Ora il veicolo è al suolo e per qualche giorno verranno espletate tutte le
procedure di controllo degli apparati, saranno tolti i cappucci protettivi dalle
telecamere di bordo e poi dovrebbe partire il programma di ricerca.
Dicevo che tutto ciò fa molto epopea del vecchio West perché il veicolo è
arrivato in un mondo alieno, vergine e selvaggio, tutto da scoprire.
Lo immagino muoversi lentamente fra le mille difficoltà del suolo e
del clima, governato da moderni "cavalieri" che, a milioni di
chilometri di distanza, gli impartiscono gli ordini da eseguire.
Qui però non ci saranno popolazioni contro cui combattere per il
"possesso" del territorio, qui ci saranno soltanto la conquista della
conoscenza e l'acquisizione di esperienza che serviranno dal presente ad un
futuro non molto remoto per imparare qualcosa di più di noi stessi .
Ben arrivato a casa su Marte, Curiosity.
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