martedì 12 agosto 2014

Il Profumo della Santità

18 agosto 2011

Sabato scorso ho letto sul Corriere della Sera un articolo molto commovente a proposito di una bambina di 9 anni di Seattle, USA, morta in un incidente stradale in auto.
I genitori, sebbene feriti, se la sono cavata ma lei no.
Dopo tre giorni di agonia è spirata.

La cosa che però ha fatto fare il giro del mondo a questa notizia di cronaca è che Rachel Beckwith un mese prima, in occasione del suo compleanno avvenuto il 12 giugno, non aveva chiesto  regali particolari, tipici di una ragazzina di 9 anni, ma aveva invitato amici e conoscenti a versare 9 dollari a "Charity: water", un'organizzazione che raccoglie fondi per la costruzione di pozzi idrici nel mondo, dove l'acqua potabile è un miraggio.
Si era prefissata la meta ambiziosa di raggiungere 300 dollari e ne aveva già raggranellati 280.
Il suo idolo, il cantante Justin Bieber, ne aveva donati quasi 50 mila, ma naturalmente il raffronto non era sostenibile.

Rachel all'età di 5 anni si era fatta rasare due volte i capelli da sua madre per donarli ad un'organizzazione che preparava le parrucche per i bambini ammalati di cancro, secondo me un gesto carico di un altruismo fortemente motivato, scaturito proprio all'interno della sua persona.
Poi l'incidente, la morte, la decisione dei suoi genitori di donare i suoi capelli per la terza volta e di espiantare gli organi in un atto di generosità estrema ed esemplare.
La vicenda non è passata inosservata a Nicholas Kristof, un giornalista de "The New York Times" vincitore di due Premi Pulitzer, che ha scritto un magnifico articolo su questo episodio, raccontando anche che gli amici della bimba, durante i 3 giorni di coma, le sussurravano che poteva essere soddisfatta perché, non solo aveva superato l'obiettivo dei 300 dollari di raccolta, ma addirittura i 50 mila di Justin Bieber.

Kristof racconta anche che, durante la stesura del suo articolo, il saldo è cresciuto a dismisura, passo dopo passo, fino a raggiungere gli 850 mila dollari.

L'unica amarezza che mi rimane dentro, oltre all'evento tragico in sé, è pensare che Rachel avrebbe potuto realizzare chissà cosa nella sua vita, quanti traguardi avrebbe potuto raggiungere e superare.
La realtà però è stata questa e mi piace pensare che il profumo della sua giovane santità sia arrivato fin Lassù e che sia stata chiamata così in anticipo affinchè la sua Anima non si contaminasse troppo con le cose terrene, oppure che nell'Aldilà ci sia molto lavoro da fare e che Anime come quella di Rachel hanno un ruolo fondamentale.

In qualsiasi caso, credenti o no, è innegabile che questa persona, figlia della generazione del PC e di Facebook, ci abbia lasciato una testimonianza d'amore, di umanità e un esempio difficilmente raggiungibili, una guida morale da seguire.

Fonti:

http://archiviostorico.corriere.it/2011/agosto/13/piccola_Rachel_che_regalava_suoi_co_8_110813036.shtml 
http://www.nytimes.com/2011/08/11/opinion/rachels-last-fund-raiser.html?_r=1&ref=nicholasdkristof
 



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