giovedì 7 agosto 2014

Il turista fai da te



9/8/2010
Turista fai da te? No Alpitour? Ahi ahi ahi!
Molti si ricorderanno questo slogan tormentone di una quindicina di anni fa!
Un viaggio di piacere intrapreso per una vacanza è sicuramente fra le cose più interessanti e gratificanti che si possono compiere nella vita.
Ci sono tanti modi di viaggiare: c'è il pacchetto tutto compreso organizzato solitamente da un Tour Operator e rivenduto in agenzia, c'è il viaggio autoorganizzato e c'è l'avventura vera e propria che consiste nel muoversi con mezzi per lo più di fortuna in luoghi non attrezzati per la ricezione del turismo con problemi di qualsiasi tipo, non ultimo le condizioni sanitarie.
A seconda dei luoghi di destinazione io opto per le prime due soluzioni.
Nel primo caso è sicuramente bello trovare già tutto pronto, dagli alberghi al vitto con la possibilità di escursioni supplementari.
Un esempio tipico è la vacanza marina nei paesi tropicali, riposante, rigenerante, spesa solo all'insegna del relax e dello stare bene, eventualmente intercalata dalla visita pianificata di luoghi interessanti situati nelle vicinanze.
Il metodo di viaggio che preferisco però è quello progettato in autonomia.
Il vantaggio è che si programma da sé cosa visitare e quanto tempo fermarsi in ogni luogo, si può decidere se privilegiare le visite ai musei e in quale misura piuttosto che visitare i paesaggi, quanto sostare in una città e quanto dedicare agli spazi circostanti.
Un altro vantaggio è quello di essere a contatto diretto con le abitudini, la cucina, i comportamenti, l'organizzazione ed i problemi del luogo visitato anzichè viverlo in modo più distaccato, come fosse un documentario visto in TV.
Esiste anche il rovescio della medaglia: se si tratta di un viaggio all'estero, spesso la lingua può essere un problema per non parlare degli spostamenti in loco, o cercare locali per la ristorazione sperando che il cibo sia di nostro gradimento, o trovare una semplice farmacia in caso di minime difficoltà di salute.
La pianificazione di un viaggio non deve essere capillare soprattutto se si visita quel luogo per la prima volta, perché non si può sapere a priori cosa e quanto di ciò che vedremo ci interesserà, ma è necessario avere già una traccia, un canovaccio della situazione e questo richiede uno sforzo preparatorio non indifferente.
Ad esempio, oltre la prenotazione di un volo, bisogna immaginare dove si andrà a risiedere e per quanto tempo e se ci si muoverà con un'auto a noleggio piuttosto che con mezzi pubblici.
E' importante preparare un elenco delle mete principali e secondarie da visitare.
L'elenco poi può essere più o meno fitto e se mal preparato e pianificato si rischia di esagerare con la quantità di spostamenti da eseguire ( e questi richiedono spesso molto tempo).
Un errore molto frequente è quello di voler vedere tantissimo in poco tempo: pensate ad uno straniero che in 15 giorni voglia vedere l'Italia: si sposterà  da Venezia a Firenze, da Roma a Napoli, alle isole...Visto che noi che leggiamo queste righe siamo italiani sappiamo che la cosa non è possibile e, peggio ancora, c'è il pericolo di fare un gigantesco risotto, di immagini, emozioni, sensazioni, gusti e profumi per cui già poche settimane dopo il rientro tutta l'esperienza assumerà un senso di vissuto estremamente mediato e confuso.
Ritengo che l'ideale sia visitare pochi luoghi alla volta in modo più approfondito.
Durante il percorso una valida guida turistica cartacea ci darà i ragguagli di ciò che si vede e poi una buona documentazione fotografica e filmata fornirà un supporto alla nostra memoria.
Un'altra cosa da considerare è la stanchezza.
Esiste la stanchezza giornaliera che si recupera con il sonno, ma c'è anche una stanchezza cumulativa che si manifesta dopo 10 o 15 giorni e che limita pesantemente la capacità di osservazione e apprendimento nei giorni successivi causando possibili malumori.
Questa oltretutto è anche in funzione del clima e del modo di mangiare.
I parametri da considerare sono quindi molteplici, aggiungo velocemente il fuso orario, l'allenamento fisico, l'abitudine mentale a stare fuori casa, il numero delle persone che ci accompagnano, la loro età e l'omogeneità degli interessi che il gruppo ha.
Sorrido pensando che dopo tutto quello che ho scritto una persona preferirà affidarsi ad una rassicurante agenzia di viaggio invece, una volta valutati correttamente e consolidati questi parametri, ne uscirà un viaggio con i fiocchi, un'esperienza di vita unica, incancellabile e potremo fare a meno anche del vecchio slogan.


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