26 marzo 2010
Mentre commentavo il post di una persona sul compleanno di
Mina, mi è tornato in mente per l'ennesima volta il paragone tra lei e Laura
Pausini, da molti considerata la sua erede artistica italiana.
Volevo infatti scrivere questo post intitolandolo
"Mina vs. Laura Pausini", ma poi mi sono chiesto perché.
Perché metterle in competizione, perché assegnare loro il
titolo della migliore da parte di una persona, io, che non ha i requisiti per
potere dare dei giudizi univoci e assoluti.
Mi riesce anche impossibile metterle sullo stesso piano
visto che sto analizzando periodi temporali diversi.
Mi sto riferendo alla prima Mina, quella storica.
Sarebbe come cercare di paragonare Schumacher con Nuvolari
nella Formula 1.
Ho pensato però che si possono considerare i vari aspetti,
le analogie e le differenze tra le due cantanti.
La mia certezza si limita al fatto che ho potuto
apprezzare in "diretta" i successi musicali di Mina, anche se in
qualche caso ero bambino.
Mi ricordo quanto mi piacessero Tintarella di Luna,
Nessuno e soprattutto Città Vuota oppure Non Credere e L'Importante è
Finire.
Da un punto della sonorità trovo che Mina abbia una voce
più pulita e squillante della Pausini mentre quest'ultima mi sembra avere un
timbro più caldo ma proprio per questo più avvolgente ed emotivamente più
penetrante.
Propendo per Laura anche per la gestualità, l'espressione
del viso, il coinvolgimento emotivo durante l'esecuzione del brano.
Va anche detto però che negli anni '60 queste cose non
erano così curate come oggi, una canzone era tale e basta, non era ogni volta
un tentativo di costruire un'opera d'arte musicale creata da un team di
professionisti ciascuno esperto nel proprio settore, la scuola dei video
musicali doveva ancora nascere.
Le canzoni e le musiche in 40 anni si sono molto evolute,
siamo passati dagli Urlatori allora rivoluzionari, ai vari generi musicali
internazionali fra cui l'Hip Hop o il Rap, ma resiste benissimo il Pop Italiano
esportato in tutto il mondo grazie soprattutto alla capacità interpretativa di
Laura Pausini. (ed Eros Ramazzotti)
Un altro parametro importante da considerare è la costruzione
della canzone.
Le musiche, gli arrangiamenti l'inserimento della
strumentazione ora sono curati con professionalità estrema e quasi maniacale,
ma soprattutto non dimentichiamoci del salto tecnologico.
Se ben ricordo all'inizio degli anni '60 non esisteva
neppure la stereofonia, i dischi avevano dei limiti tecnici insormontabili per
la riproduzione della musica e ancora di più lo erano i giradischi di allora.
Non esisteva l'Hi-Fi, la banda audio passante in una
riproduzione discografica era limitata alle frequenze centrali dell'udito
umano, quindi con perdite di contenuti attualmente intollerabili, solo
successivamente si sarebbe riusciti a registrare e riprodurre in modo lineare
le frequenze udibili, a togliere il fruscio di sottofondo sempre presente per
riprodurre le canzoni con una dinamica tale da poter apprezzare il volume forte
ed il volume bassissimo.
Oggi i computer analizzano matematicamente qualsiasi suono
e i tecnici audio sono in grado di riprodurre o alterare ad hoc qualsiasi strumento
musicale o sonorità.
In definitiva posso dire che considero le due cantanti
eccellenti anche se su piani diversi.
Non posso ignorare che in molti brani Laura Pausini è
capace di farmi accapponare la pelle, ma non posso neppure dimenticare il mio
passato, quando da bambino mettevo e rimettevo sul giradischi i dischi di Mina.
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