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23 luglio 2012
Capitolo 2 di 2
A Livigno il "fuori stagione" è di solito un periodo molto limitato, solitamente tra maggio e giugno e cioè al termine della stagione sciistica e prima della stagione estiva.
In questa circostanza arrivammo dal Passo del Foscagno, visto che per consuetudine l'accesso dalla Forcola di Livigno, che prevede un percorso in territorio svizzero ma più corto e veloce se si giunge da Milano, è chiuso per neve almeno sette mesi all'anno.
In cima al passo e a Trepalle, frazione di Livigno e centro abitato più alto d'Italia a più di 2000 metri d'altezza i cui abitanti si chiamano Trepallini e non Fenomeni ^_^, c'era ancora parecchia neve in fase di scioglimento, ma la strada era impeccabile nonostante gli innumerevoli rivoli d'acqua che l'attraversavano.
Per una volta in paese non ci fu nessuna difficoltà nel parcheggiare l'auto, ma proprio a causa del periodo fuori stagione trovammo chiuso per ferie il "solito" ristorante.
Peccato, però, poiché non manca la scelta, rimediammo facilmente con un altro luogo dove mangiammo un po' di pizzoccheri, brasato di cervo con polenta taragna prima di passeggiare a piedi lungo il paese.
A proposito di passeggiate c'è da aggiungere che questo è un luogo che piace davvero a tutti.
Se da una parte si possono praticare molti sport, dall'altra può essere piacevole camminare in piano, anche se in alta montagna a 1800 metri d'altezza, curiosando nei negozi di abbigliamento, profumerie, ottica e telefonia.
Qualche acquisto è ancora oggi un po' più conveniente rispetto al mercato italiano, ma di sicuro non regalano nulla neppure qui in zona extradoganale.
Più tardi, approfittando della scarsa presenza di turisti, decidemmo di raggiungere la sponda est del lago di Livigno che, a differenza di quella ovest che è carreggiabile, è riservata solo a biciclette e pedoni.
Una volta parcheggiata la vettura ci inoltrammo lungo questo percorso a piedi per un paio di chilometri.
La passeggiata in mezzo ai boschi di conifere fu caratterizzata dall'assenza di acqua nel bacino idrico, motivo per cui su quello che normalmente è il fondo del lago, si vedeva scorrere il fiume Spöl e poi sul lato a monte della strada trovammo residui di slavine cadute nelle settimane precedenti che erano state rimosse dal tragitto.
Qualche immancabile fotografia e poi ritorno fino al parcheggio.
Non a caso avevamo fermato l'auto in prossimità della Latteria di Livigno che, a dispetto del suo nome, non è solo una rivendita di latte o derivati, ma anche una vera organizzazione al cui interno si possono visitare i laboratori; è completa di attività didattica riguardo la storia locale e la antica cultura contadina.
Promuove anche la tradizionale Mostra Zootecnica e Festa dell'Agricoltura che ogni anno si tiene qui nel mese di settembre quando vengono esposti circa 400 capi di bestiame bovini di razza Bruna, poi valutati da esperti che eleggono la Regina della Mostra.
La Latteria è anche dotata di un'area turistica con bar, spaccio di prodotti caseari e di un grande terrazzo con sdraio e ombrelloni posti sopra un prato ben tenuto dove anche noi ci intrattenemmo a gustare un gelato.
Dopo questa sosta tornammo nel centro del paese per qualche acquisto, soprattutto di generi tipici extradoganali come i liquori e poi riprendemmo l'auto per rientrare a Milano.
Con mio stupore un cartello segnaletico nel centro del paese indicava che il valico della Forcola di Livigno era aperto e così, anziché rientrare transitando dal Passo del Foscagno seguimmo l'altra strada.
Prima di arrivare nei pressi della Forcola vidi una mandria di cavalli al pascolo, liberi all'interno di un recinto delimitato da una linea elettrificata.
Mi avvicinai a piedi per quanto possibile senza scavalcare e la mia presenza non li distoglieva dal mangiare l'erba.
Solo un piccolo puledro si muoveva nascondendosi dietro la madre.
Lo sfondo della montagna fortemente innevata, sui cui pendii era posto il passo, caratterizzava l'ambiente.
Più avanti la strada si arrampicava diritta lungo le pareti ripide della valle.
Proprio per questa caratteristica e per la mancanza di alberi a causa dell'altezza, questa via è aperta solo per un periodo limitato dell'anno.
Qui le valanghe sono una costante e tenere sgombro il tragitto sia dalla neve che dal materiale roccioso che viene trascinato non è facile.
Lungo il percorso trovammo della neve che nel frattempo era scivolata dalla spalla della carreggiata e aveva invaso una corsia.
Prontamente era stata transennata e poco più avanti un trattore stava già operando per rimuovere un altro ostacolo.
Giunti al passo scesi dall'auto per scattare alcune foto molto suggestive di quell'ambiente aspro e invernale nonostante fossimo a metà maggio.
Le auto e le moto che valicavano la Forcola, sul cui sfondo si vedeva il gruppo del Bernina rendevano gli scatti ancora più accattivanti.
Poi scendemmo rapidamente di qualche decina di metri e la neve rimase dietro di noi come un ricordo.
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