13 aprile 2011
Prime giornate calde della stagione e prime uscite in motocicletta alla ricerca di sole, aria fresca, luoghi da vedere o rivedere.
Qualche ora di relax seppur in mezzo al traffico per raggiungere posti non troppo lontani da Milano, dove piegare in curva con la moto ti fa vivere la strada sotto le ruote.
Una scampagnata attorno al lago di Como questa volta in Valsàssina, situata ad est del lago stesso, che unisce Lecco a Bellano lungo un percorso di una trentina di chilometri.
La bellezza dei luoghi è indiscutibile e la fama non è solo lombarda.
Uno per tutti, il caseificio Cademàrtori di Introbio è noto sin dalla fine del 1800.
Le Grigne sono due montagne famose per il Parco Regionale e per i sentieri più o meno impegnativi, nel verde o sulla roccia, che centinaia di persone percorrono ogni giorno d'estate in mezzo a panorami mozzafiato.
La rinomata la cascata del Troggia, più nota come cascata di Introbio, rappresenta un facile punto di arrivo dopo una suggestiva passeggiata a piedi e poi la ristorazione, gli sport, ma non mi fermo a raccontare tutto questo perché ci sono parecchi siti che trattano questi argomenti in modo completo ed approfondito come ad esempio http://www.valsassina.it.
Per me la Valsassina ha un significato speciale perché quando ero bambino trascorrevo con i nonni una parte delle mie vacanze proprio qui e naturalmente ho molti ricordi, anche se talvolta un po' sfumati dal tempo, ma tornerò un'altra volta su questo argomento.
Naturalmente la Valsassina degli anni '60 non ha molto a che fare con quella attuale perché sono state costruite infinità di case, soprattutto di villeggiatura, che però non hanno distrutto quel magnifico ambiente che si può ancora vedere a 70 chilometri da Milano.
L'idea è di fare una passeggiata fine a se stessa, ma mentre percorro la strada in mezzo alla valle tra Pasturo ed Introbio, do un'occhiata alla mia destra e vedo la Casa delle Guide.
Sulla parete di roccia attigua le guide stanno insegnando a bambini e adulti ad arrampicarsi.
La scuola avviene su una parete di roccia naturale alta 15-20 metri quasi verticale.
Le persone che si arrampicano sono imbracate con corde di sicurezza e dispongono di scarpe adeguate.
Mi fermo e parcheggio perché è piacevole anche stare lì a guardare, poi mi sposto a piedi lungo una pista ciclopedonabile che da Barzio arriva a Taceno e ne percorro alcune centinaia di metri.
Ripenso alla scuola di roccia e vedo, praticamente sopra il caseificio Cademartori, una Madonnina bianca che, posta ad una ventina di metri sopra la strada, benedice la vallata.
C'è una scalinata e poi un sentiero, è lì vicina e non ci sono mai stato.
Ecco che ho scoperto qualcosa di nuovo.
Naturalmente imbocco il percorso e mi trovo facilmente di fianco alla statua della Madonna.
Il posto è strettissimo e anche un po' pericoloso, è un pinnacolo di roccia, non ho con me la macchina fotografica per cui mi arrangio col telefonino perché ne vale la pena.
Mi guardo un po' in giro, il tempo di constatare che le vertigini sono in agguato, mi giro e scendo.
La moto è molto più sicura :)).
Percorro lentamente la valle con la moto, saluto molti motociclisti che incrocio e alla fine arrivo all'ingresso della superstrada che collega Lecco a Colico.
Un'ultima sosta per uno scatto perché il colpo d'occhio sul raccordo e sul Lago di Como è piacevole e poi via verso casa.
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