I passatelli asciutti non li avevo ancora mangiati.
Di solito li gusto in brodo dove il loro sapore viene acquisito facilmente in tutti i loro componenti.
Pan grattato, uova, parmigiano, un pizzico di pepe... e soprattutto la scorza di limone che caratterizza un piatto in sé semplice ma gustosissimo.
Asciutti e conditi con un sugo composto da panna e speck diventano qualcosa di diverso: un altro piatto, gustoso in modo diverso.
A me piacciono moltissimo i primi piatti, infatti ho incominciato da qui a scrivere qualche riga sulla giornata trascorsa ieri l'altro in Romagna per via di una cerimonia di Prima Comunione, allegra, spensierata, terminata in un agriturismo in buona compagnia e soprattutto davanti ad un'ottima tavola, abbondante, di grande qualità e gusto in mezzo a molta gente simpatica.
Il tutto era incominciato con uno stratosferico tagliere di antipasti a base di salumi, legumi, piadine fritte a forma di cannolo e tartine coloratissime e di vario gusto e vino bianco.
Poi trionfò un tris di primi piatti dove, oltre ai passatelli già descritti c'erano meravigliosi cannelloni e trenette al pomodoro.
Mi fermo un attimo su queste ultime perché penso che quando si riesce a non banalizzare, ma a rendere gustosa una pasta semplice da preparare come questa (ci riuscirei persino io!) significa veramente che lo chef è un vero professionista.
Terminata questa carrellata arrivò una gigantesca tagliata tenerissima, cotta quanto bastava insaporita solo con un po' di rosmarino.
Credevo che il pranzo terminasse lì, o almeno lo speravo per via di un bis che avevo fatto precedentemente con i primi piatti che aveva quasi esaurito la mia capacità di accogliere altre pietanze, ma la cameriera mentre portava a tavola del Sangiovese ci rassicurò che erano in arrivo
costine, salsicce e pancetta rosolata.
Ebbi qualche istante di difficoltà e una passeggiata nel giardino esterno mi ringalluzzì, così tra una chiacchierata ed un bicchiere di vino festeggiammo anche il nuovo piatto.
Alla fine giunse il dolce, una torta che ero sicuro di non riuscire a mangiare pur dispiacendomi, ma quando mi fecero notare che era di gelato ripresi fiducia in me stesso e portai a termine anche questa "missione".
Concludemmo con un caffè ed un liquore, quest'ultimo sicuramente necessario per aiutare lo stomaco a compiere il suo lavoro.
Terminammo la giornata passeggiando nel parco dell'azienda agrituristica e facemmo rotta verso Milano.
Lungo l'autostrada pensavo alle parole di Pellegrino Artusi che nell'opera "La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene" scrisse:
tutte
le società, tutte le feste
cominciano
e finiscono in pappate,
e
prima che s'accomodin le teste
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