martedì 12 agosto 2014

La civiltà del divorzio



30 agosto 2011

... e vissero per sempre felici e contenti.
Quante volte abbiamo letto o ascoltato questo finale che ben si addice alle favole, ma giusto a quelle!
La realtà è molto diversa per cui va alla grande quando l'amore dura una vita, ma molto più spesso termina un bel pezzo prima e fin qui la situazione è ancora accettabile, ma poi arrivano le prime complicazioni quando nuovi amori sormontano vecchie storie.
Peggio ancora quando i partner sono sposati e peggio che peggio quando ci sono di mezzo figli, in particolar modo in tenera età.
In questa veloce discesa a rotta di collo di aspettative sentimentali che ho descritto, dall'utopia al quotidiano, l'ultima situazione si verifica molto spesso.
Qualche settimana fa ero in spiaggia sotto al mio ombrellone, in un momento che non indossavo le cuffie con la musica, quando ho assistito da spettatore ad un episodio che mi ha fatto riflettere.
Una donna sulla quarantina accompagnata dal suo bimbo di 4 o 5 anni prese il telefono e chiamò un'amica.
Incurante di chi le stava attorno, si mise a raccontare i fatti suoi a voce molto alta cercando di sfogare la rabbia.
Probabilmente il fatto che altri sentissero la sua conversazione non solo non le dava fastidio, ma era un modo per cercare un più ampio consenso alle sue tesi, anche se indirettamente.
Mentre parlava camminava avanti e indietro attorno all'ombrellone e spiegava che l'ex marito ritardava continuamente gli alimenti a lei e al figlio, che si erano sentiti al telefono, avevano litigato per questa ragione e lui le aveva detto che sapeva che era andata in ferie, dov'era, dove alloggiava qual era il numero di targa della sua auto ed era riuscito a rintracciare il nuovo numero di telefono.
Non ho colto che fossero volate anche delle minacce esplicite, semmai mi sembrava più stalking. (almeno dopo aver ascoltato una sola versione dei contendenti)
Nel frattempo altri bagnanti, che come me ascoltavano queste faccende, reagivano in modo vario, guardandola per farle comprendere che tutti ascoltavano, oppure cercando di essere indifferenti, o sorridendo con imbarazzo per la situazione venutasi a creare.
Finalmente la telefonata finì, la donna accese una sigaretta e il bambino si avvicinò a lei sporco di sabbia.
Questa cosa la fece arrabbiare ulteriormente e sgridò il bambino in malo modo che, evidentemente spaventato dalla reazione, si mise a piangere abbracciando la mamma ad una gamba.
Lei non lo respinse, ma si limitò ad ignorarlo e comunque il bimbo si calmò un po'.
Intanto transitò un venditore ambulante e la donna comprò uno spiedino di frutta a suo figlio per la "modica" cifra di 6 euro.
Non per farle i conti in tasca ma, visto che aveva appena finito di lamentarsi del ritardo degli "alimenti", non mi sembrava giustificabile l'acquisto perché con quei soldi  avrebbe potuto comprargli almeno 3 chili di frutta.
Di fatto il bimbo non la mangiò, ma la diede a sua madre.
Pochi minuti dopo, mentre si accingeva ad andarsene dalla spiaggia, preparò la borsa e la pose verticalmente sul lettino sennonché il ragazzino, appoggiando le mani sul telo, la fece cadere inavvertitamente, non per terra, ma sul lettino stesso senza causare la fuoriuscita di alcun oggetto.
La madre inveì verbalmente contro di lui strattonandolo un po', senza fargli male e senza percuoterlo, ma si sa: certi gesti possono essere peggiori di un dolore fisico.
Alla fine se ne andarono e la cosa mi fece riflettere un po'.
Purtroppo non è una novità che i bambini subiscano i litigi dei genitori quando essi sono ai ferri corti, spesso sono al centro di dispute, contese e ripicche anche se sono innocenti.
Quanti schiaffi morali, vessazioni, delusioni o disagi può sopportare un bambino piccolo senza che il suo carattere ancora in formazione possa essere danneggiato definitivamente dall'odio che scorre fra i suoi genitori?
Sicuramente molto meno di quanti padre e madre gliene forniscono, per cui non c'è molto da stupirsi se poi il ragazzino crescerà manifestando disagi di vario tipo.
Naturalmente non voglio insegnare niente a nessuno, non ne ho né ruolo né capacità e quindi mi limito ad esprimere un mio pensiero.
Penso che noi genitori attuali, ma soprattutto quelli futuri, dobbiamo considerare queste cose e fare tesoro delle esperienze altrui, perché se da un lato è un attimo mettere al mondo un figlio, dall'altro ci vuole una grande responsabilità per farlo crescere.
Le favole sono una cosa e la realtà un'altra, però sono convinto che fra le responsabilità dei genitori ci sia anche quella di contribuire ad una crescita armonica e senza traumi della psiche di un bambino.
Forse non a caso un detto recita "La cosa migliore che un padre può fare per il proprio figlio è amare sua madre" e se questo non è più possibile, allora va bene anche il divorzio, ma con civiltà.

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