lunedì 11 agosto 2014

A scuola guida di slitte



21 giugno2011

Capitolo 9 di 13

Era la giornata degli insegnamenti.
Dopo le lezioni sommarie di guida alla motoslitta, ora dovevamo imparare a gestire la slitta trainata da una muta di cani.
La slitta poteva contenere fino a due persone sedute, mentre il terzo doveva guidare il veicolo stando in piedi.
Dal lato estremo posteriore sporgevano i due pattini. 
In legno, piuttosto stretti tanto da non contenere in larghezza la sagoma di uno scarpone, erano alti pochi centimetri per cui non escludevano completamente un eventuale urto tra i piedi del guidatore con un'asperità del suolo.


Quella però era la posizione da tenere, ponendo le mani ben aggrappate al bordo superiore della slitta per non essere disarcionati dalle buche o sobbalzi.
In caso di curva ci fu consigliato di spostare il peso all'interno della svolta stessa per evitare il rischio di ribaltamento del veicolo e soprattutto di frenare prima di imboccarla, per non rischiare di perdere il controllo della slitta, rimanendo così appiedati.
"Sì , ma come si frena?" chiese uno dei partecipanti anticipando noi tutti.
"Vedete quella barra metallica tra un pattino e l'altro?, basta salirci con un piede oppure tutti e due se la frenata non è sufficiente" ci disse disinvolto l'istruttore.
Ok, la teoria sembrava semplice e ineccepibile, ma si sa che tra il dire e il fare... ne passa.
Comunque non ci fu molto tempo per indugiare, erano già passate le 14, avevamo già un po' di ritardo e la passeggiata si sarebbe protratta per un'ora.
Arrivò il momento di "accomodarsi" sulla slitta.
I cani abbaiavano all'impazzata, eccitatissimi, scodinzolanti e non vedevano l'ora di partire.
La muta, composta da sei cani, era trattenuta con delle funi affinchè la slitta non si muovesse durante i preparativi.
Mentre salivano i due passeggeri un allevatore montava in piedi, alla guida, con i piedi sul freno (una griglia di metallo a forma di tagliola che mordeva la neve) poi fece montare me insieme a lui sul freno e lui scese.
Un istante dopo la slitta si mosse di qualche centimetro, l'istruttore mi aiutò nuovamente a tenere il freno e mi suggerì di stare in mezzo per avere una forza frenante maggiore, (a scapito però del mio equilibrio) almeno fin quando le slitte non fossero partite.
Ricordo che mi chiesi cosa dessero da mangiare e bere a quei cani.  (la RedBull che ti mette le ali?)
Pensare che pochi minuti prima mi ero impietosito nel vedere quelle minuscole creature esposte a 25 gradi sottozero che avrebbero dovuto trainare una slitta con tre persone a bordo stra-abbondantemente vestite.
Capii che fu un pensiero sbagliato, comunque inadeguato.
In quegli istanti mi accorsi di avere anche un po' caldo, la tensione era alta, ci fu detto di non preoccuparci se fossimo caduti perché gli istruttori ci avrebbero seguito con le motoslitte, pronti ad intervenire all'occorrenza.
Uno alla volta sciolsero i nodi delle funi che tenevano fermi le slitte e la carovana partì. 

Continua.
 

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