lunedì 11 agosto 2014

Una gita con la motoslitta


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27 aprile 2011

Capitolo 06 di 13 

Ore 11 del 4 gennaio 2011: ritrovo del gruppo davanti al negozio di abbigliamento tecnico.
I meteorologi  due giorni prima l'avevano annunciato: arriveranno correnti di aria polare entro 48 ore.
Non sentivamo certo il bisogno di un'ulteriore razione di freddo visto che qui a Rovaniemi, sul Circolo Polare Artico,  16 gradi sottozero ci sembravano già abbastanza.
Ormai però la meteorologia più che una scienza statistica è diventata scienza matematica, almeno nelle previsioni del tempo a breve distanza.
Così è stato per cui non ci siamo stupiti molto quando il termometro dell'albergo indicava -23 all'esterno.
Il corposo abbigliamento tecnico non bastava più perché la gita prevista in motoslitta ci avrebbe tenuti all'aperto per qualche ora esposti anche al vento dovuto alla velocità e la temperatura al luogo di arrivo era di 25 sottozero.
Neppure nel freezer di casa di solito teniamo temperature così basse.
Con l'eccitazione causata dalla consapevolezza che avremmo vissuto emozioni straordinarie e non facilmente ripetibili entrammo nel negozio che ci fornì dei sottoguanti, un passamontagna, una sciarpa, un casco con visiera ed un gilet da indossare sopra la tuta.
Pochi minuti dopo eravamo già in cammino per raggiungere il vicino noleggio di motoslitte situato sulla riva del fiume Kemijoki.
Un piccolo raduno, una conta dei partecipanti, poi i due accompagnatori, un uomo e una donna, si misero a spiegarci un po' di cose.
Ogni motoslitta avrebbe ospitato due persone, uno alla guida ed uno come passeggero.
Chi non se la sentiva avrebbe potuto viaggiare in compagnia dei bambini in un carro-slitta trainato dalla motoslitta guidata da un istruttore.
Fummo invitati a mantenere la distanza di sicurezza tra un veicolo e l'altro, ad alzare un braccio in caso di problemi, a segnalare la partenza alzando ed abbassando ripetutamente un braccio col pugno chiuso, a rispettare i segnali stradali, a non uscire dal tracciato, a tenere rigorosamente la destra, a rallentare di molto quando avessimo trovato dei dossi o delle cunette e in occasione di incroci "stradali" dove altre motoslitte avrebbero potuto intersecarci, a mantenere una velocità di circa 40 km/ora e comunque non superare i 60.
In caso malaugurato di ribaltamento il veicolo si sarebbe fermato da solo perché avremmo indossato il dispositivo di blocco del mezzo, una fune allacciata alla vita con un moschettone che in caso di caduta avrebbe spento il motore della motoslitta.
Mentre si svolgeva il briefing, (la riunione che ci impartiva le disposizioni) i bambini venivano preparati con ogni cura, data l'ondata di freddo sopraggiunto.
In particolare vennero fatti accomodare sul carro slitta con gli stessi indumenti che indossavano anche gli adulti, in più, visto che erano esposti completamente all'aria, furono coperti a gruppi con delle coperte supplementari con lo scopo di fare da schermo rispetto al vento causato dalla velocità.
Finalmente venne il momento di montare in sella, presi la guida di un veicolo e mi sentii subito a mio agio, come sulla mia Guzzi.





Continua.


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