martedì 12 agosto 2014

Space Shuttle



14 luglio 2011

Si sta chiudendo un'era astronautica, un lunghissimo periodo di 135 missioni spalmate in 30 anni durante le quali Atlantis, (attualmente in orbita) Challenger, Columbia, Discovery e  Endeavour hanno orbitato attorno alla Terra permettendo agli astronauti a bordo di compiere innumerevoli compiti.

Due missioni non hanno avuto successo a causa degli incidenti che hanno distrutto due Space Shuttle e hanno causato la morte di due equipaggi composti da sette astronauti ciascuno.

Il primo di questi, il Challenger missione STS 51L del 28 gennaio 1986, esplose pochi secondi dopo il decollo.

L'altro veicolo il Columbia, missione STS 107, si disintegrò il 1° febbraio 2003 al rientro nell'atmosfera.


Fonti:
Nasa:  http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/main/index.html
Wikipedia:  http://it.wikipedia.org/wiki/Space_Shuttle
http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_delle_missioni_dello_Space_Shuttle

Come sempre non entro nello specifico di questi argomenti perché chi volesse farlo può trovare una mole immensa di dati ed informazioni agli indirizzi web citati.

Lo scopo è quello di raccontare qualche impressione personale perché ebbi modo di vivere in prima persona l'emozione di assistere dal vivo al lancio di uno Space Shuttle.

Nell'agosto 1989 mi trovavo in vacanza in Florida e pochi giorni prima avevamo visitato il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, la base di lancio principale americana da cui vengono fatti partire i veicoli spaziali.

L'esperienza era stata elettrizzante: ricordo la visione di filmati cinematografici in modalità Imax, visita alla sala di controllo utilizzata per l'atterraggio sulla Luna, l'esposizione dei missili storici e visita al gigantesco parco naturale perfettamente integrato nel centro spaziale.

Avevamo saputo che il giorno 8 al mattino presto sarebbe partito il Columbia col numero di missione STS-28.

Poiché alloggiavamo ad Orlando, quindi abbastanza vicino, decidemmo di provare ad assistere al lancio.

Di buon mattino prendemmo la macchina e ci avvicinammo il più possibile allo spazioporto, sapendo comunque che a causa dell'evento sarebbe stato chiuso.
Infatti fu così e quindi seguimmo la strada per trovare un posto dal quale fosse possibile vedere qualcosa.

Quello che non avevo immaginato era il trovare centinaia di veicoli allineati e parcheggiati chissà da quando, camper e roulotte compresi, e altrettante persone "armate" di macchine fotografiche e videocamere (sottolineo che era il 1989) con l'orecchio alla radio che dava indicazioni sull'orario di partenza.

La "finestra temporale di lancio" era limitata e la nebbia non si era ancora completamente dissolta.

Finalmente venne dato l'OK all'inizio della missione e anche alla radio venne trasmesso il conto alla rovescia.

Verso le 8.30 dell'8 agosto il Columbia (proprio quello che alcuni anni dopo sarebbe esploso al rientro nell'atmosfera) partì.

Dopo aver consultato la carta geografica, avevamo stimato di trovarci a circa 10 chilometri in linea d'aria dalla rampa di lancio e anch'io, come tutti, puntammo cineprese e macchina fotografica nella zona del lancio
.
Ricordo che all'istante 0 feci scattare il cronometro per calcolare con precisione la distanza a cui ci trovavamo.

Pochissimi istanti dopo la gente gridò indicando lo Shuttle e, anche se lontanissimo, ebbi modo di immortalare quei momenti in qualche foto e in un film.

Una lunghissima scia di fuoco che andava verso terra illuminava un cielo già chiaro di suo e in cima a questo bagliore c'era, piccolissimo, il Columbia con i suoi quasi 60 metri di altezza.

Spettacolare, emozionante e spaventoso nello stesso istante.

L'altra grossa emozione avvenne circa 30 secondi dopo il lancio quando, proprio a causa della distanza, ci raggiunse anche il suono.

Un fragore poderoso e continuo mischiato con crepitii laceranti, più forte del tuono di un fulmine che cade vicino, riempiva l'aria.

Più o meno tutti abbiamo l'esperienza di un concerto o di una discoteca dove la musica è assordante e le basse frequenze ti fanno vibrare la cassa toracica.

Questo è quello che avvenne, le basse frequenze erano talmente forti che a 10 chilometri ancora riuscivano a farti vibrare il corpo.

Per me fu un'esperienza meravigliosa, sconvolgente e indimenticabile che ho ancora perfettamente in mente dopo più di 20 anni e che, fra qualche giorno, farà definitivamente parte della storia dell'astronautica, proprio come lo Space Shuttle.


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