31 gennaio 2008
(Reloaded)
Qualche giorno fa è apparsa sui giornali la notizia della
scoperta di un oggetto sulla superficie di Marte che assomiglia molto ad una
figura femminile.
Non è per niente chiaro se la “STATUETTA”, come è già
stata ribattezzata, sia un gioco di luci ed ombre piuttosto che un sasso di
forma strana o quello che sembra.
Al di là dei miei pensieri personali, che esporrò in
un’altra situazione, ho piacere che ogni tanto notizie come queste facciano il
giro del mondo perché siamo abituati ad occuparci quotidianamente di “quel
problema politico” piuttosto che delle gambe di quel calciatore o della velina
di turno.
E’ vero che non si vive solo di scienza, ma è anche vero che
grazie alle scienze ed alla tecnologia l’uomo ha raggiunto un livello di
conoscenza, di civiltà e di qualità della vita che finora non era stato mai
raggiunto.
Certo la strada da fare è tanta: troppe persone fanno fatica
a sopravvivere in molte parti del mondo e neanche tutte ci riescono.
Sono convinto che le scienze e la ricerca debbano essere
potenziate proprio per risolvere gli innumerevoli problemi che affliggono
l’umanità.
Allora, visto che viviamo nella società dell’immagine, ben
vengano anche le spettacolarizzazioni di un evento che di per sé è poco
significativo, ma pone sotto i riflettori tutti coloro che quotidianamente
lavorano direttamente o indirettamente per il benessere dell’umanità.
L’unica critica che riesco fare alle scienze ed alla
tecnologia in generale è che le persone normali come me fanno una certa fatica
a collegare missioni scientifiche come l’esplorazione di Marte con la nostra
realtà quotidiana ed il futuro benessere e a questo scopo dovrebbero essere
ingaggiati più professionisti di marketing e divulgatori scientifici in grado
di “vendere” meglio l’immagine di quello che la ricerca scientifica può
implicare.
Mi vengono in mente due esempi: il primo è che quando fu
inventata la “camera d’aria” per gli pneumatici, i bene informati dell’epoca
dissero che era impossibile far muovere un veicolo “appoggiato” sull’aria e la seconda,
ancora migliore, è che quando fu scoperta l’elettricità non si sapeva a cosa
potesse servire!
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