Marco aveva trascorso la notte in piedi in giro per la casa, era una cosa che gli capitava spesso quando faceva caldo.
Questa volta però era diverso: pensava a lei, a Enrica.
Certo non era la prima volta che la sua mente la raggiungeva, ma adesso era diverso perché non si erano mai incontrati seppur si conoscessero virtualmente da più di un anno e ora insieme avevano finalmente deciso che era giunto il momento di vedersi.
Marco si affacciò al balcone ed ammirava lo spettacolo di un'alba estiva carica di colori e che lui si immaginava anche portatrice di forte emozioni.
Ripensava a quante volte con Enrica aveva parlato del più e del meno; la conosceva bene ormai, ma sempre all'ombra del PC attraverso cui comunicava informazioni, idee e sentimenti con lei.
Per la testa gli si affollavano i ricordi di quante volte avevano fantasticato il loro primo incontro, ma dove?
In un bar, al ristorante o in una paninoteca, piuttosto che al cinema o semplicemente in strada; a lui sarebbe andato bene anche un luogo in capo al mondo purchè fosse solo con lei o comunque, anche se in mezzo alla gente, avrebbero potuto isolarsi.
Anche lei era della stessa idea e, poiché condividevano molte sensazioni, avevano deciso di celebrare il loro primo incontro all'aperto nel parco della città.
Sì era stata una buona idea, un'ottima scelta perché, seduti su qualche panchina o semplicemente nell'erba, avrebbero potuto parlare tra loro senza nessun disturbo.
La gente che camminava non li avrebbe notati, l'ombra prodotta dalla chioma delle piante li avrebbe protetti dal calore estivo del sole e mimetizzati se fosse scaturito qualche momento di tenera intimità.
Stare nel parco avrebbe potuto generare sì qualche complicità emotiva, ma l'ambiente li avrebbe tutelati anche da loro stessi perché non avrebbero potuto comunque andare più in là di qualche innocente contatto fisico.
Ecco, mentre Marco continuava a pensare a queste cose, il sole era sorto ed insieme alla notte aveva cancellato tutti i suoi dubbi e le sue incertezze; era giunta l'ora di vestirsi.
Un ultimo pensiero rivolto a Enrica lo rassicurava e contemporaneamente gli insinuava la domanda:" Chissà se anche lei aveva trascorso la notte in preda alle stesse emozioni o aveva dormito con tranquillità?"
Ora Marco camminava verso l'ingresso del parco prescelto con una certa sicurezza, la gente che incrociava e le coppie di persone sedute sulle panchine che si scambiavano emozioni lo facevano sorridere e compiacere insieme perché si era già immedesimato nella parte e già pensava che presto, insieme a Enrica, sarebbe stato parte di una di loro.
Poi d'un tratto vide in lontananza un'immagine che gli sembrava familiare: non conosceva Enrica se non attraverso la foto che lei gli aveva inviato con un MMS, ma riteneva che quella ragazza sola che si incamminava verso lui potesse essere Enrica.
A pochi metri di distanza entrambi si fermarono come per studiarsi per un attimo, poi si accesero due sorrisi sulle rispettive bocche.
Si erano riconosciuti, le gambe si mossero quasi involontariamente, i loro cuori pulsavano forte per sostenere il crescente carico di adrenalina, si avvicinarono, si guardarono intensamente negli occhi, le pupille dilatate brillavano, si sorrisero, si scambiarono un bacio e finalmente:"Ciao Enrica!" - "Ciao Marco!" toccandosi le mani.
Il grande giorno era incominciato!
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