11
settembre 2009
Erano alcuni anni che non salivo più sulle motonavi.
No, niente traversate insulari, esotiche od oceaniche.
Sto parlando della riviera romagnola dove tutti i giorni le motonavi percorrono
il lungo costa per divertire i villeggianti.
Nello specifico mi riferisco alle gite che partono nel
primo pomeriggio dal porto canale di concezione leonardesca di Cesenatico e
raggiungono il porto canale di Rimini, che dista una trentina di chilometri,
navigando poco lontano dalla costa.
Durante il viaggio è bello ammirare i vari paesi che si
susseguono come Gatteo, S. Mauro, Bellaria, Igea Marina etc. ed è anche
piacevole transitare davanti alla foce del fiume Rubicone.
Qui è inevitabile un tuffo nel passato ai tempi della
scuola quando mi insegnarono che il fiume divideva la Gallia Cisalpina con
l'Italia di Roma che, per tutelarsi da eventuali invasioni nemiche, poneva
proprio al Rubicone il limite entro il quale sarebbe stato dichiarato traditore
colui che lo avesse oltrepassato con le forze militari in direzione Roma.
Giulio Cesare nel 49 A.C. lo oltrepassò con poco meno di
2000 uomini diventando così nemico di Roma e dando inizio alla guerra civile
contro la fazione tradizionalista del Senato Romano difesa dalle legioni di
Pompeo.
"Alea iacta est" ovvero "Il dado è
tratto" è la celeberrima frase che Cesare pronunciò oltrepassando il
fiume.
Anche ai giorni nostri si usa questa espressione latina per evidenziare lo
scavalcamento di un punto di non ritorno.
Ora torniamo alla nostra gita visto che nel frattempo
siamo arrivati a Rimini, la capitale e l'avanguardia delle spiagge e del
divertimento italiani.
Nell'ora o poco più di tempo a disposizione dopo lo sbarco
è possibile vedere qualcosa della città o delle spiagge, fare il bagno in mare
o visitare il delfinario sito sull'arenile dove i delfini danno spettacolo.
Poi ci si imbarca nuovamente e qui secondo me arriva il
bello.
Quando al mattino l'imbarcazione passa lungo la costa
pubblicizzando la gita per richiamare i potenziali clienti viene promesso che
durante il viaggio di ritorno saranno serviti a bordo, compresi nel prezzo,
fritto misto di mare e vino a volontà.
Queste parole sono una formula magica di solito capace di
attirare a bordo anche i clienti più recalcitranti.
Quindi ora siamo qui all'inizio del viaggio di ritorno in
attesa di mangiare e bere.
Le aspettative non solo non vengono deluse, ma addirittura
la realtà supera l'immaginazione.
I marinai hanno già apparecchiato sottocoperta e, giusto
il tempo di sedersi al tavolo, arriva un magnifico vassoio di calamari, pesce
azzurro e patatine fritte con pane, acqua e vino bianco, Trebbiano ovviamente.
Il tempo di una foto ricordo e subito a tavola.
Nel frattempo arriva il Capitano, accompagnato dallo
stesso bicchierino più o meno semivuoto che già avevo notato appena salito a
bordo nell'andata; claudica impercettibilmente, ma non so se a causa di un suo
problema fisico, del rollio della nave, o semplicemente a causa del contenuto
del bicchiere.
Non è comunque un problema, e non lo è neppure quando mi
chiedo (come nello spot pubblicitario di Aldo, Giovanni e Giacomo) chi c'è in
questo momento in plancia a condurre la motonave, visto che mi sembra di aver
notato tutto il personale sottocoperta.
Intanto il vassoio di pesce si è quasi svuotato e
immediatamente arriva una donna che chiede se ne gradiamo dell'altro.
La risposta è un no cortese, anche perché la razione
precedente era sufficiente, ma lei incurante del diniego versa sul vassoio
dell'altro pesce dicendo che il fritto è stato cucinato in modo molto leggero.
Ne convengo: è buono, ben cucinato e io sono ancora una
discreta "forchetta", anche un po' goloso.
Così, mentre gustiamo la seconda razione, parte la musica
di accompagnamento.
Fra le varie musiche romagnole non sento più la vecchia
hit di Raoul Casadei "Ciao Mare" anche se mi sembra che la sua
gloriosa imbarcazione "Nave Del Sole" solchi ancora la costa
adriatica romagnola.
Già da un paio di anni la canzone che rappresenta la
Romagna è la celebre "Ciapa La Galéina" che ovviamente non può
mancare.
Intanto il Capitano si è seduto al nostro tavolo (sempre
col bicchierino) per sapere se stiamo gradendo il pesce.
Gli diciamo che stiamo terminando il secondo vassoio e
allora lui si volta indietro e quella che ho scoperto essere sua moglie si
avvicina velocemente con altro pesce in mano.
Non ho il coraggio di rifiutare anche perché un buon
fritto mangiato sul mare col profumo della salsedine è diverso da quello che si
potrebbe mangiare in città, anche a parità di qualità di pesce.
Il perché è semplice: quando mangiamo non percepiamo solo
il cibo con il gusto, ma masticandolo si liberano gli aromi che sono catturati
anche dall'olfatto.
Un'aria profumata di salsedine al mare o di essenza di
bosco o di montagna (per me il massimo è mangiare cibo e bere vino in mezzo
alle conifere) interagisce col cibo contribuendo ad intensificarne il gusto.
Mentre onoriamo la terza portata il Capitano ci racconta
che il pesce è freschissimo e l'ha comprato al mattino dai pescatori quando
erano ancora in mare. Ne ha comprate due cassette da 7 chili l'una pagandolo
complessivamente 20 euro.
Tranne pochissimo scarto il pesce è stato cucinato tutto
e, considerato che a bordo ci sono 30 persone più l'equipaggio, il conto di
quanto pesce è stato gustato è presto fatto.
30 persone effettivamente non sono molte, ma lui spiega
che la stagione è ormai terminata (siamo ai primi di settembre) e tutto ciò che
guadagna ora è tutta eccedenza.
Siamo quasi arrivati al porto canale di Cesenatico e gli avanzi del pesce
vengono gettati in mare.
No, nessun inquinamento o tentativo di sporcare il mare
perché, spettacolo nello spettacolo, i residui vengono lanciati poco alla volta
con ampi gesti in aria e i gabbiani, dapprima invisibili, si sono ora gettati a
stormi vicinissimi alla motonave e l'accompagnano tuffandosi in mare per
raccogliere e mangiare gli avanzi del pesce cucinato.
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