giovedì 24 luglio 2014

Astinenza da SALDI



Martedì 2 Gennaio 2009, scatta l’ora X.

La parola d’ordine è SALDI – sales – soldes – schluβverkauf – rebajas.

Al Telegiornale vedo code ordinate di persone davanti alle vetrine in attesa del proprio turno.

Un’ intervistata racconta di essere giunta da un’altra città  e di aver viaggiato il giorno precedente per essere in prima fila al momento dell’apertura dei negozi. Altri fanno la coda dalle 6 del mattino.

Tutti vanno a caccia di affari, il contagio da saldi è collettivo, rapido e totale.

Qualcuno effettivamente riesce a comprare oggetti a buon prezzo, ma nella confusione generale penso che vengano proposti e venduti anche fondi di magazzino e merce che nessuno avrebbe acquistato se fosse stata esposta allo stesso prezzo in altri giorni dell’anno: è un rito alla cui conclusione bisogna trionfare mostrando con orgoglio almeno un acquisto.

Io però ho fallito nell’intento.

Faccio un giro all’ UPIM vicino a casa, entro e vedo una fila incredibile alle casse, anzi noto che ne hanno aggiunte altre per smaltire meglio il flusso degli acquirenti che come cavallette si avventano su tutto ciò che è commerciabile.

Timidamente mi avvicino ad un capo di abbigliamento, che tra l’altro non mi serve, però mi piace e allora lo guardo.

Cerco il cartellino del prezzo e la percentuale di sconto, ma poco più in alto un avviso mi dice che quell’articolo non è soggetto a sconti.

Pazienza, me ne vado.

Nel pomeriggio entro in una catena di informatica, che è un terreno a me più congeniale e vedo che anche qui ci sono sconti a largo raggio.

Con più interesse mi avvicino ad un PC portatile da 799 Euro ed un cartellino svolazzante color verde evidenziatore mi lusinga con la scritta “-30”.

Istantaneamente il cervello calcola “ 3 X 8 =  24…. 800-240 ”, caspita è incredibile, è un vero affare!

Troppo bello, ricontrollo i numeri e mi accorgo che dopo il 30 c’è il simbolo dell’Euro, non il %, acc. , mi sembrava strano.

Termino il tour nel negozio di informatica, poi con la famiglia vado a mangiare una pizza.

No le pizze non sono in saldo, però potrebbe essere un’idea, qualche ristoratore ne approfitti.

Alla fine usciamo dal locale, facciamo quattro passi per digerire, ma il freddo è pungente, neppure l’inverno fa sconti, non è ancora in saldo.




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