Martedì
2 Gennaio 2009, scatta l’ora X.
La parola d’ordine è SALDI –
sales – soldes – schluβverkauf – rebajas.
Al Telegiornale vedo code
ordinate di persone davanti alle vetrine in attesa del proprio turno.
Un’ intervistata racconta di essere
giunta da un’altra città e di aver
viaggiato il giorno precedente per essere in prima fila al momento
dell’apertura dei negozi. Altri fanno la coda dalle 6 del mattino.
Tutti vanno a caccia di
affari, il contagio da saldi è collettivo, rapido e totale.
Qualcuno effettivamente
riesce a comprare oggetti a buon prezzo, ma nella confusione generale penso che
vengano proposti e venduti anche fondi di magazzino e merce che nessuno avrebbe
acquistato se fosse stata esposta allo stesso prezzo in altri giorni dell’anno:
è un rito alla cui conclusione bisogna trionfare mostrando con orgoglio almeno
un acquisto.
Io però ho fallito
nell’intento.
Faccio un giro all’ UPIM
vicino a casa, entro e vedo una fila incredibile alle casse, anzi noto che ne
hanno aggiunte altre per smaltire meglio il flusso degli acquirenti che come
cavallette si avventano su tutto ciò che è commerciabile.
Timidamente mi avvicino ad un
capo di abbigliamento, che tra l’altro non mi serve, però mi piace e allora lo
guardo.
Cerco il cartellino del
prezzo e la percentuale di sconto, ma poco più in alto un avviso mi dice che
quell’articolo non è soggetto a sconti.
Pazienza, me ne vado.
Nel pomeriggio entro in una
catena di informatica, che è un terreno a me più congeniale e vedo che anche
qui ci sono sconti a largo raggio.
Con più interesse mi avvicino
ad un PC portatile da 799 Euro ed un cartellino svolazzante color verde
evidenziatore mi lusinga con la scritta “-30”.
Istantaneamente il cervello
calcola “ 3 X 8 = 24…. 800-240 ”, caspita è incredibile,
è un vero affare!
Troppo bello, ricontrollo i
numeri e mi accorgo che dopo il 30 c’è il simbolo dell’Euro, non il %, acc. ,
mi sembrava strano.
Termino il tour nel negozio
di informatica, poi con la famiglia vado a mangiare una pizza.
No le pizze non sono in
saldo, però potrebbe essere un’idea, qualche ristoratore ne approfitti.
Alla fine usciamo dal locale,
facciamo quattro passi per digerire, ma il freddo è pungente, neppure l’inverno
fa sconti, non è ancora in saldo.
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