#21
Rientrati così a South Lake Tahoe dopo una giornata trascorsa sul lago, a Carson City e Reno l'idea era quella di riposarsi un po' per recuperare le forze, ma non si vive di aria per cui dopo una doccia energizzante e un momento di piccolo rilassamento abbiamo ripreso l'auto per cercare un luogo dove cenare.
Non è stato difficile incontrare un ristorante-pizzeria e anche questa è diventata una piccola esperienza di vita.
Chiunque di noi frequenta regolarmente questi locali e non c'è niente di speciale, ma là ci sono abitudini diverse per cui anche le cose quotidiane possono diventare qualcosa da raccontare.
Il luogo si presentava come uno chalet in legno e sassi ben illuminato.
All'esterno e appoggiata contro un muro c'era un vecchio "Maggiolino" azzurro della Volkswagen, era tagliata a metà nel senso della larghezza ed un cartello sul lunotto posteriore ricordava di non guidare dopo aver bevuto.
L'immagine era efficace perché strideva con l'ambiente per cui non poteva passare inosservata.
Una volta entrati ci accomodammo sulle panche di legno, poi una cameriera chiese le ordinazioni.
Mia figlia, visto che c'erano persino gli spaghetti al pomodoro "with meat ball" cioè "con una palla di carne" (eheh, immaginate spaghetti al pomodoro e salsa serviti con una polpetta in mezzo) non si fece sfuggire l'occasione, mentre io e mia moglie chiedemmo una pizza medium e una large.
Non c'era tantissima scelta di ingredienti come capita nei nostri locali, ma era necessario scegliere tra tre tipi di panificazione, cioè più o meno alta, e tra tre diverse dimensioni che erano espresse numericamente in pollici come indicato dalle teglie appese su una parete.
Una medium da 13 " corrisponde alla misura di 33 cm, circa il nostro standard.
Comunque non ci furono problemi e poco dopo arrivò tutto quanto richiesto e le pizze già tagliate a triangolo.
Mentre mia figlia mangiava gli spaghetti notai che due donne sulla settantina d'anni stavano osservando come lei maneggiasse la forchetta con gli spaghetti.
Per noi Italiani è normale arrotolare gli spaghetti, ma lì vedevo adulti e bambini cercare di portare alla bocca la pasta usando la forchetta come se fosse un cucchiaio, con l'impresa disperata e impossibile di non sporcarsi a meno che non si indossasse un lenzuolo.
I più divertenti erano i bambini che consci del "pericolo" si gettavano sul piatto con la bocca a pochi centimetri da esso per limitare i danni.
Ad un certo punto una delle due donne
si rivolse a mia figlia chiedendole se fossimo Italiani e ad un suo assenso
iniziò una conversazione durante la quale non capii tutto, ma intesi che
qualche anno prima, quando il cambio era favorevole al dollaro, andarono in
vacanza in Italia a Venezia e raccontarono con entusiasmo la loro esperienza.
Più tardi se ne andarono e noi
terminammo la cena avanzando qualche triangolo di pizza.
La cameriera ci chiese se volevamo portarli via perché in tal caso ci avrebbe
preparato un cartone per asportare il cibo.
Ringraziammo con un no, pagammo ed
uscimmo per una piccola passeggiata digestiva.
Poco dopo, ripresa la macchina, ci
incamminammo verso il nostro Hotel per concludere finalmente una giornata
piacevole, stancante ma ricca di conoscenza.Continua
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