mercoledì 3 settembre 2014

Zugspitze 2





9 marzo 2013


# 13 di 16

Zugspitze incomincia qui.

......................................Qualche minuto dopo raggiungiamo la funivia, non c'è molta attesa e saliamo.

E' un balzo unico, da 2600 m ai 2950.



Nei pochi istanti del percorso vediamo allontanarsi le piste, la chiesetta e la stazione, mentre il panorama si fa sempre più ampio.
Arriviamo in cima, immaginiamo un cocuzzolo molto stretto e invece ci accoglie un terrazzo molto esteso, anzi due.

Il complesso è molto ben congeniato: cemento, vetro e acciaio sono armonizzati con la roccia, un terrazzo è costruito a fianco del locale di arrivo della funivia e un altro subito sopra.

Quando guardiamo verso sud rivediamo ciò che si osservava poco fa, ma qui siamo più in alto e tutto ciò che si vede si trova al di sotto.

Guardiamo attorno e constatiamo che il terrazzone è immenso, anche qui non mancano i locali di ristoro con panche e tavolini.

Vediamo la piccola cupola di un osservatorio astronomico e lì vicino c'è una croce dorata che indica la vetta vera e propria della Zugspitze.

Visto dal terrazzo sembra giusto un piccolo spuntone di roccia qualsiasi, quasi una scenografia su cui sono presenti alcune persone.

Voglio andare a vedere e mi accorgo che prima di arrivare lì bisogna scendere qualche gradino ghiacciato e transitare da un cancelletto di sicurezza su cui un cartello avvisa dei rischi che si corrono oltrepassandolo.

Lo varco, proseguo cauto finchè per la prima volta ho la vista panoramica verso nord.

E' un pugno nello stomaco quando mi rendo conto di quanta roccia ripida ci sia sotto.

Meno di 50 metri mi separano dalla cima che comunque si trova poco oltre la mia altezza, mi faccio un po' di coraggio e comincio ad avanzare rassicurato almeno in parte dalla presenza di una cordata metallica di contenimento e di una via ferrata per procedere in sicurezza, ma ci sono neve e ghiaccio.

Mentre mi aggrappo alla corda fissa di acciaio, con le scarpe cerco di fare dei buchi nella neve ghiacciata per non scivolare.

Gli abiti e le scarpe stesse non sono adatti a questa situazione.

E' vero che c'è la fune di protezione, ma vedo perfettamente sotto di me, lateralmente, il vuoto.

Ci sono alcune centinaia di metri di strapiombo ma, anche se fossero solo 10, in caso di caduta non farebbe alcuna differenza e l'esito sarebbe comunque fatale.

Avanzo un po' e ora mi trovo a meno di 20 metri dalla croce dorata, ma ritengo troppo imprudente proseguire e così torno indietro, con cautela e aiutando una persona in momentanea difficoltà sulla roccia gelata con le gambe che le tremano per le vertigini e per la tensione nervosa.

Mi consolo pensando che, soprattutto in montagna, il pericolo non va sottovalutato e forse, come in molte altre cose della vita, è anche una prova di intelligenza saper rinunciare a qualcosa a cui si tiene molto, ma che potrebbe causare conseguenze drammatiche.

Ad ogni modo l'emozione non è mancata e penso di tornare al terrazzo, più rassicurante, per guardare meglio il panorama sottostante verso il lato nord.


Da qui, restando ben appoggiato alla balaustra, posso vedere la mia ombra proiettata su un paraboloide sottostante e il precipizio.
Sullo sfondo a destra distinguo la periferia ovest di Garmisch e la valle che, in direzione nord, si allunga verso Monaco.

A fianco si scorge il tracciato della funivia che collega la vetta del lato tedesco con la stazione ferroviaria vicina all'Eibsee e poi il lago stesso di un colore blu intenso circondato dai boschi di conifere.

Stringo l'inquadratura sull'acqua evidenziando alcune piccole isole che ricordano gli atolli caraibici.

Da quassù il panorama non è solo bello, ma anche vario.

Se verso sud vediamo cime di montagne innevate e piste da sci, a nord invece appaiono i boschi, il lago e la valle molto sottostanti.

Come ho detto precedentemente, la cima della Zugspitze è condivisa da Austria e Germania.

Camminando sulla terrazza raggiungiamo un punto dove si trova il confine di stato.

Poiché le due Nazioni fanno parte dell'Unione Europea non c'è nessuna dogana da oltrepassare, ma ci sono due cartelli che indicano la linea di confine dello stato di appartenenza.



Si tratta solo di una curiosità, ma vogliamo vedere anche la cima sul lato austriaco.
Il terrazzo continua anche da questa parte e sono un po' sorpreso di quante persone incontriamo e si trovino sulla vetta in questo momento, continuiamo il percorso raggiungendo la stazione della funivia che conduce direttamente a Erhwald in Austria.


Torniamo indietro, ripassiamo il confine rientrando nello stato tedesco della Baviera e prima di scendere a valle pensiamo di rilassarci sulle panche di uno dei chioschi con un buon panino con wurstel, crauti e senape e una birra.


Sarà l'impressione, la qualità dei prodotti, o la bravura del personale che li prepara, sarà a causa dell'aria leggera e frizzante dei 2950 metri di altezza o semplicemente la fame, ma il panino formato gigante è fantastico.

Mentre siamo seduti, vediamo alcuni merli appoggiati alla ringhiera pronti a raccogliere le briciole o i pezzettini di pane che i turisti lanciano.

Nonostante gli alimenti che vengono gettati loro siano abbondanti, la competizione è intensa, al punto che molti si divertono a lanciare pane e patatine in aria con gesti molto ampi, dando la possibilità agli uccelli di fare spettacolo afferrando il cibo al volo.

Penso che quei merli siano naturalizzati lì, che ci sia una specie di simbiosi fra loro e gli umani.

Terminati panino e birra passeggiamo un'ultima volta sul terrazzo quasi per essere certi  di non dimenticare nulla di quanto si è visto, approfitto per scattare le ultime fotografie e poi arriva il momento di scendere.

Ci incamminiamo verso la funivia giusta, scelta tra le tre possibili e poco dopo raggiungiamo la stazione di partenza.

Entriamo nella cabina e si comincia a scendere.

Il panorama è bello ma inquietante, ci auguriamo che non accadano guasti perché qui, sulla parete nord, la montagna precipita a valle molto in fretta, infatti all'inizio del percorso la campata aerea è molto ripida e ci si muove più in senso verticale che sul piano orizzontale.

Pochi minuti dopo si sovrastano i boschi e raggiungiamo il terminale di arrivo nelle vicinanze dell'Eibsee e della stazione ferroviaria.


Usciamo e terminiamo la gita raggiungendo la macchina, constatiamo quanto sia stata piacevole.


Oltre al divertimento sappiamo di avere imparato qualcosa in più e di avere accumulato nuova esperienza.

P.S.
C'è un breve filmato pubblicitario di 3 minuti sulla Zugspitze che vale davvero la pena di vedere.

Lo potete visualizzare in fondo alla pagina che trovate qui.

Continua
 

Fonti:
Foto ed esperienze personali :-)

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