giovedì 4 settembre 2014

Al castello di Edimburgo



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18 luglio 2013

# 3

Edimburgo, come Roma e Lisbona, è costruita su sette colli e una delle prime cose che balzano all'occhio è il castello.

Visibile quasi da ogni luogo della città, sorge su uno sperone roccioso che è anche uno dei tre colli che s'innalzano nel centro storico della città.



Mentre percorriamo i pendii di Castle Hill, la strada in salita che conduce al suo ingresso, notiamo delle gigantesche impalcature a sbalzo che sembrano reggere una tribuna, come se fosse uno stadio; mi sembra che facciano a pugni con il profilo del Castello, però quando terminiamo la salita comprendiamo la loro funzione.


Antistante all'ingresso del castello, c'è un piazzale relativamente ampio dove si svolgono manifestazioni e cerimonie pubbliche come il Military Tattoo, una parata militare rielaborata in chiave artistica e musicale che si svolge ogni anno nel mese di agosto a cui partecipano artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Poiché il pubblico in questa ed altre circostanze è numeroso, le tribune costruite lateralmente all'esplanade del castello (la piazza d'armi seicentesca) e a sbalzo rispetto al territorio circostante, permettono l'affluenza e la visione dello spettacolo ad un gran numero di visitatori. 

Nel momento della nostra presenza non è in atto alcuna cerimonia e questo ci permette di camminare liberamente fino all'interno della costruzione mentre alcuni uomini, probabilmente addetti alla sicurezza, passeggiano fra le persone rigorosamente vestiti in giacca, camicia, cravatta e kilt.

Osservo che non fanno caso ai turisti che scattano loro delle foto e quindi non mi astengo neppure io.



Eheh, in questo momento mi sembra di percepire alcuni pensieri femminili: no, non chiedetemelo, non so se e che cosa indossasse sotto il kilt, non so se in questo caso la tradizione scozzese fosse stata confermata oppure no.


Non sono interessato all'"argomento"; so di certo che non gliel'ho domandato, non ho scattato foto al riguardo e neppure gli ho chiesto di fare una giravolta :-)

Intanto raggiungiamo l'ingresso del Castello (il Gatehouse) contornato da due statue di figure storiche.



Una è quella del sovrano Robert the Bruce che fu Re di Scozia all'inizio del 1300 e l'altra raffigura William Wallace, vissuto nello stesso periodo.


Nonostante alcuni disaccordi fra loro, entrambi sono considerati due eroi nelle guerre di indipendenza scozzesi combattute contro il regno d'Inghilterra.

William Wallace, in particolar modo, è conosciuto quale condottiero nella sanguinosa battaglia avvenuta contro gli Inglesi a Stirling Bridge.

In estrema sintesi la dinamica è questa: i soldati scozzesi, numericamente molto inferiori ai soldati inglesi, aspettano che questi transitino sopra un ponte sul fiume Forth nelle vicinanze di Stirling.

Le ridotte dimensioni del viadotto e la sua scarsa robustezza permettono alle migliaia di soldati inglesi, presenti  nel combattimento, di attraversarlo non più di qualche unità per volta.

Gli Scozzesi, pronti in agguato, hanno quindi il tempo di affrontare i nemici mentre sopraggiungono.

Avviene una carneficina e quando l'esercito inglese si rende conto di cosa sta succedendo c'è il tentativo, da parte delle retrovie, di accelerare i tempi di attraversamento per aumentare il numero di guerrieri sull'altra sponda del fiume.

Le truppe sono spintonate e compresse in avanti verso il ponte perciò il massacro continua più sanguinoso che mai poi, peggio ancora, sotto l'enorme peso la costruzione crolla causando altri morti e dividendo i soldati inglesi.

Intanto altri scozzesi riescono ad attraversare il fiume in un altro punto, così accerchiano gli inglesi che hanno la peggio.

Ho raccontato questo episodio perché proprio questa vicenda ispirò Mel Gibson a dirigere il film Braveheart nel quale interpreta la parte di William Wallace.

Ora varchiamo il Gatehouse...

Continua.

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