martedì 2 settembre 2014

Il signor Park



3 dicembre 2012

Capitolo 1 di 3

Anziché col treno, forse arrivo con l'ultimo cavallo disponibile o addirittura con un pony, sicuramente non sono tra i primi ad essermi accorto del sig. Park.

Il sig. Park Jae-Sang è un cantante, rapper, ballerino sudcoreano noto col nome d'arte PSY.

Seppure in auge già da molti anni (io non l'avevo mai sentito:)), ha spopolato già dal mese di luglio di quest'anno con un brano ancora ascoltatissimo, Gangnam Style.

All'inizio pensavo che Gangnam fosse un tizio qualsiasi e invece ho scoperto essere un lussuoso quartiere di Seoul, qualcosa tipo Beverly Hills di Los Angeles.

Questa cosa calza a pennello con lo stile del brano e del video associato perché è tanto improbabile quanto divertente che lungo le vie trafficate e fra i grattacieli di Gangnam si possa passeggiare a cavallo gridando "Oppa  oppa" o simulare il lancio di un lazo mentre si mima un'andatura al galoppo.

Penso che il segreto del successo mondiale di questo brano-tormentone non dipenda solo dalla musica sicuramente piacevole, ma anche dal video.

L'ho visto e ascoltato parecchie volte e la cosa che mi ha subito impressionato e divertito è già nella copertina del video: un' immagine da cartone animato tutto colorato e improbabile in cui si vede una caricatura di PSY mentre mima il ballo.

La musica scorre e il video ti intrattiene già dall'inizio quando scopri l'artista prendere il sole su una spiaggia con aria sufficiente, che poi non è altro che  un campo giochi di Seoul dove anche un piccolo ballerino si muove da grande professionista.

Il video prosegue nella stalla e poi via via in una serie di situazioni più o meno assurde, ma sicuramente comiche.

Fra quelle che preferisco ci sono quelle in cui si vede il rapper attraversare l'immagine del video muovendosi da un lato all'altro, fingendo una cavalcata mentre due jogger  indietreggiano, il tutto all'interno di un parco con lo sfondo dei grattacieli di Seoul e poi la scena in cui balla sul pullman e, ancora, sul motoscafo.

Un'altra cosa che diverte parecchio è proprio lo stile del ballo: ti vengono in mente i ballerini di musica classica, il fisico asciutto, ben curato e tonico, con le loro movenze armoniche, aggraziate, precise e atletiche; beh qui è tutto il contrario.

Non si può certo dire che il sig. Park mostri "le physique du role", ma ciò non toglie nulla alla gustosità della clip, anzi la sostiene.

Qualcuno dice che tutto ciò sia molto kitsch, ma anche il kitsch può essere divertente e ben fatto, un esempio? Las Vegas ( tornerò su questo discorso ).

Un'altra cosa che ho notato è che da un po' di tempo a questa parte  gli artisti sudcoreani sono saliti alla ribalta internazionale.

Penso a Daniel Dae Kim, visto in molti film, nella serie televisiva LOST in coppia con l'attrice Yunjin-Kim, o nei telefilm di Hawaii Five-0 dove con lui recita, nel ruolo della cugina, anche la bella Grace Park, nata statunitense, da sempre canadese, ma con evidenti origini coreane.

Tornando allo "Stile di Gangnam" ricordo che sono stati tantissimi i balli che hanno monopolizzato l'attenzione del pubblico per un periodo di tempo.

Il più vecchio a mia memoria è il Ballo di Simone del 1968 e poi una serie continua di musiche e balli  che di solito, una volta all'anno impazzano nelle nostre compilation.

Gangnam Style occupa ancora un posto saldo nel gradimento generale e non penso che lo dimenticheremo presto, anche perché il video ufficiale ha avuto un successo senza precedenti su youtube, con il record di visualizzazioni di sempre, attualmente più di 870 milioni e forse fra un po' toccherà il miliardo.

Dove trovarlo? Qui
 

PS Yes, ho scritto il post in doppio colore per ricordare il blu ed il rosso dello Yin e Yang nella bandiera sudecoreana.

Oppa oppa :)

Continua

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