Inizio
4 settembre 2013
# 2 di 2
Il tempo passò e negli anni '80 avvenne la vera rivoluzione: vennero commercializzati i primi PC per uso comune.
Ricordo che in tempi diversi acquistai il Sinclair Spectrum e il Commodore 64, due pietre miliari nella diffusione dei Personal Computer.
Nati sostanzialmente come strumenti di calcolo e gioco elettronico, avevano la possibilità di trasferire dati verso un supporto magnetico a cassetta per mezzo di una tastiera "qwerty" proprio come una macchina per scrivere.
Lo scopo principale della tastiera era quello di inserire comandi in linguaggio BASIC (uno tra i principali linguaggi di programmazione delle macchine calcolatrici di quel periodo) per fare "girare" i programmi di calcolo, ma comunque permetteva l'inserimento di brevi quantità di testo scritto, tipicamente ad uso esplicativo.
Eravamo finalmente alla vigilia della videoscrittura che esisteva già da tempo, ma era confinata ad ambienti specifici, in forma ancora un po' sperimentale e quindi poco standardizzata.
Ci avviciniamo ai giorni nostri.
Arrivano gli anni '90: la tecnologia hardware e software sono ormai mature per usare la videoscrittura tramite PC.
La possibilità di salvataggio di un documento in un ambiente esterno (all'inizio il Floppy Disk), il suo successivo richiamo e le eventuali modifiche rendono il processo di scrittura qualcosa di molto agile e proficuo.
Apro un piccolo inciso curioso: alcuni si saranno chiesti perché attualmente il disco principale di un PC è denominato "C".
La ragione è che vennero dapprima inventati i Floppy Disk, dischi flessibili, alla cui unità veniva assegnata la lettera "A"; se il computer disponeva di 2 unità floppy, la seconda era denominata "B".
Poi vennero introdotti gli Hard Disk e fu attribuita loro la lettera "C".
Intanto qualcuno inventa il "copia&incolla", strumento favoloso per la trasposizione di una quantità indefinita di testo (se esistesse, meriterebbe un premio Nobel per la semplificazione della scrittura) e negli uffici la videoscrittura incomincia a sostituire le macchine da scrivere.
Personalmente durante quel periodo constato anche in ambito lavorativo che la produzione di documenti è più veloce, puoi cancellare e riscrivere elettronicamente tutte le volte che vuoi senza fatica salvando il lavoro quando lo ritieni opportuno.
Puoi prendere appunti o scriverti dei promemoria molto velocemente.
I documenti possono essere archiviati elettronicamente e si possono produrre originali in quantità illimitata senza l'uso della carta carbone.
Questo dipende anche dal perfezionamento di stampanti che negli anni diventano sempre più pratiche, economiche e funzionali.
Nel tempo passano da una tecnologia di scrittura che usa costosissima carta termica (ad esempio col PC Sinclair Spectrum), poi ad aghi ed infine a getto d'inchiostro e laser.
La scrittura ormai non è più un impegno fisico, resta solo il lavoro mentale che può essere persino gratificante.
Avendo più tempo disponibile e nessun limite di editazione dei documenti, diventa piacevole spenderne un po' per migliorare la qualità degli scritti e la loro comprensione.
Tutti sogniamo di essere un po' giornalisti, scrittori o editori; con la tecnica della videoscrittura, ad esempio, possiamo parlare di noi stessi ed esprimere facilmente le nostre emozioni, il vissuto, le idee o le passioni.
Certo, ciò che scriviamo è un diario privato, redatto come si faceva fino a pochi anni prima con la penna, ma ora è in formato elettronico, quindi spesso più dettagliato e ricco di contenuti, utile per la memoria di noi stessi.
Manca ancora un ultimo tassello: rendere pubblico ciò che vorremmo condividere.
Nella seconda metà degli anni '90 in Italia arriva Internet, è una nuova rivoluzione.
Dà la possibilità di leggere istantaneamente documenti prodotti da chiunque in qualsiasi parte del mondo dove sia accessibile una connessione per computer.
La necessità di scrivere, di comunicare o leggere non è più solo qualcosa di personale; il piacere della condivisione, dello scambio di idee e del confronto fanno nascere i Social Network.
Vengono realizzati siti Internet, che tipicamente vivono con la pubblicità, dove chi si iscrive, di solito gratuitamente, ha dello spazio sulla Rete per poter pubblicare ciò che preferisce.
Nascono anche i primi Blog, termine che deriva da Web-Log, (espressione riconducibile al giornale di bordo nautico, Logbook, però scritto in rete), da qui la traduzione di "Diario in Rete".
Anch'io, come molti, subisco il fascino di questa tecnologia.
Ricordo che mi iscrissi a questo sito proprio per la possibilità di leggere qualche documento di natura scolastica o istruttiva in generale, poi scoprii la possibilità di pubblicare foto (una mia grande passione) o di scrivere riguardo esperienze personali ed altro.
I documenti prodotti, ora sono multimediali: possono contenere testi, foto, filmati e in più sono anche ipertestuali.
Quest'ultima è una caratteristica importante perché, per mezzo di opportuni rimandi, (chiamati collegamenti ipertestuali o Hyperlink, abbreviato in Link) il documento può essere letto non solo in modo sequenziale, ma ad esempio è possibile approfondire o meno, in qualsiasi momento, qualche sua parte cliccando su "parole chiave" che rinviano a media esterni, oppure ad altri documenti in generale, proprio come fanno i riferimenti della bibliografia che si trova nelle ultime pagine dei libri.
L'uso di questo strumento è di una potenza inaudita.
A titolo esemplificativo invitandovi a cliccare sulle prossime parole in grassetto posso indirizzarvi verso l'apertura di un mio post su l'Oktoberfest (oltretutto di prossima apertura) piuttosto che sul portale della Nasa senza interrompere la lettura che state facendo!
Un'invenzione fantastica.
Ancora per esempio: se nel prossimo diario deciderò di parlare di un altro argomento che non riguarda la Scozia, ma ad esempio la California, lo potrò fare tranquillamente proprio perché, grazie ai collegamenti ipertestuali, potrò legare in modo omogeneo tutti gli argomenti, affinché chi legge non si accorga del salto temporale che intercorre tra l'esposizione di un argomento e l'altro.
Ormai siamo abituati a queste cose, ma se riflettiamo bene, soprattutto alla luce di quanto ho scritto all'inizio del post precedente, (ecco un altro esempio d'uso di un ipertesto) la scrittura si è evoluta in qualcosa che ha il sapore della fantascienza.
Personalmente sono entusiasta di queste sue nuove caratteristiche: la scrittura ha perso gli aspetti più lunghi, noiosi e difficoltosi, ma ha acquisito velocità, un maggiore potere comunicativo, un valore ed una possibilità di diffusione che l'Umanità non ha mai sperimentato finora da quando è stata inventata ed è piacevole poter condividere tutto questo.
Nessun commento:
Posta un commento