mercoledì 20 dicembre 2017

Grand Canyon Skywalk-2



# 34

Ora è la volta dello Skywalk vero e proprio che deve essere realizzato a ferro di cavallo a sbalzo sullo strapiombo.
Sopra le fondazioni vengono preparati dei supporti removibili su cui viene montata la struttura.
Il telaio è costituito da travi in acciaio ricurve spesse 5 cm che vengono assemblate tra loro formando una struttura scatolare alta circa 2 metri e larga poco meno di 1.
Durante la realizzazione all’interno ci si può camminare, permettendo agli addetti di lavorarci e fare le ispezioni necessarie.
Lo scatolato, così composto, viene realizzato a doppio ferro di cavallo unito, di tanto in tanto, da traverse di acciaio che conferiscono maggiore stabilità meccanica al sistema.
Infatti fattori da non trascurare in questo ambiente sono la temperatura e il vento.
Sbalzi termici che vanno da temperature sotto lo zero a oltre 45 gradi causano dilatazioni importanti nei materiali.
Venti con velocità fino a 160 km/h in orizzontale e alcune decine di km/h in direzione verticale, ascendente o discendente, fanno temere oscillazioni, effetti di risonanza meccanica e di compromissione della struttura con conseguente rischio di caduta nel canyon sottostante.
Questo fenomeno di instabilità aerodinamica è conosciuto col termine di “Galloping”.

Un esempio famoso riguarda il “Narrows Bridge” a Tacoma, nelle vicinanze di Seattle.
Il 1° luglio 1940 venne inaugurato questo ponte stradale lungo 1840 metri e alto 135, sospeso sul canale a 60 metri di altezza.
Sebbene l’arcata principale, lunga più di 850 metri, fosse stata progettata per resistere a venti anche di 180 km/h, fin dall’apertura si verificarono delle visibili oscillazioni della sua superficie nei giorni ventosi, al punto che venne soprannominato “Galloping Gertie”, ovvero dinosauro al galoppo, per via dell’effetto “montagne russe” che si percepiva quando lo si attraversava.
Il 7 novembre dello stesso anno un vento da soli 64 km orari provocò il fenomeno del “Galloping”.
In pratica, il vento costante a quella velocità fece oscillare e risuonare meccanicamente il ponte con movimenti via via sempre più ampi finchè collassò precipitando in acqua.
Un docente di ingegneria, che stava studiando il moto della struttura, riuscì a filmare anche il momento della caduta. 
Al di là dell’aspetto tragico e spettacolare della vicenda, che fortunatamente non causò vittime, escluso un povero cane intrappolato in un’auto, l’esperienza insegnò molto riguardo la stabilità delle strutture sospese e comunque esposte alla forza del vento.

Ai fini della stabilità, i progettisti dello Skywalk non si accontentano della struttura scatolare a doppio ferro di cavallo vincolata, ma provvedono ad installare dei dispositivi antismorzamento (damper) in caso di oscillazione della stessa.
Terminato l’assemblaggio si passa alla verifica delle saldature per mezzo dei raggi X.
A questo punto si procede con la posa del pavimento.
Per rendere la struttura mozzafiato si pensa di costruirla trasparente, in modo da dare veramente l’impressione di camminare nel vuoto.
Il pavimento è costituito dalla sovrapposizione di 5 strati di vetro, per un totale di 8 cm di spessore, incollati fra loro con un composto capace di migliorarne la trasparenza.
Ogni pannello, largo 1,2 metri e largo 3, pesa più di mezza tonnellata ed è calcolato per resistere ad un peso di 488 kg per metro quadro, equivalente a circa 800 visitatori complessivi.
L’accesso tuttavia sarà consentito a 120 visitatori per volta, quindi la sicurezza è rispettata.
Il posizionamento di ciascuna lastra avviene su un cuscinetto in schiuma assorbente atto a compensare i movimenti delle travi di supporto e va a sostituire un pannello provvisorio di acciaio, preventivamente posizionato per evitare che nuove flessioni della struttura scatolare portante, a causa del peso aggiunto di volta in volta, possano danneggiare le lastre di vetro già sistemate.
Anche il parapetto ricurvo viene realizzato in vetro: alto 160 cm garantisce la sicurezza, permette di guardare attraverso senza dare l’impressione di camminare in un ambiente chiuso.
Terminata anche questa fase lo Skywalk è pronto per essere traslato orizzontalmente nella locazione definitiva, sul vuoto.
Il telaio viene sollevato dai cavalletti provvisori per le saldature e collocato su martinetti idraulici mobili.
Usando un sistema di pali in ferro circolari, sui quali scorrono i martinetti e 2 argani montanti su camion, la struttura da 500 tonnellate viene spostata lentamente oltre il bordo del canyon, bilanciando il peso man mano che lo Skywalk si sporge verso l’esterno.
La posizione finale, 21 metri oltre il bordo, viene raggiunta in 2 giorni.
Manca ancora il fissaggio che avviene abbassando i martinetti, posizionando la struttura sulle sue fondamenta e saldandola agli 8 pilastri affioranti dal suolo.
Nel marzo 2007, dopo 2 anni e mezzo di lavoro e 30 milioni di dollari, arriva il momento della cerimonia di apertura: il capo spirituale degli Hualapai benedice lo Skywalk e  i componenti della tribù, progettisti, esecutori, personalità pubbliche e autorità, camminano sul pavimento di vetro sospeso nel vuoto.
Pochi giorni dopo la struttura viene aperta ai primi visitatori.
Anche se l’accesso è regolamentato per motivi di sicurezza ed è vietato portare con sé attrezzatura fotografica e materiale che, cadendo, potrebbe danneggiare il pavimento di vetro, resta sicuramente un’emozione unica, un luogo, come desiderato dalla tribù degli Hualapai, dove si può volare con le aquile.






Fonte : National Geographic.


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