venerdì 8 settembre 2017

Direzione Grand Canyon del Colorado



# 31

Come ci siamo ripromessi la sera precedente, eccoci  pronti ad affrontare una nuova avventurosa giornata fuori Las Vegas.
Sono appena passate le 9 del mattino, abbiamo fatto una colazione leggera e saliamo in auto.
Il tempo è incerto, ma il caldo è sicuro per cui smanetto subito il condizionatore e si parte alla ricerca del Grand Canyon West.
Ripercorriamo la strada che solo ieri ci ha condotti alla Hoover Dam e in poco tempo la raggiungiamo; ora siamo in transito quindi non ci fermiamo un’altra volta, ma ci guardiamo attorno consapevoli del fatto che chissà se e quando capiterà un’altra occasione.
Entriamo in Arizona e, finite le curve per accedere alla diga, (ricordo che nel 2009 non esisteva ancora l’Hoover Dam Bypass) la strada US 93 prosegue dritta e noi celeri su di essa compatibilmente con i limiti di velocità, del resto il traffico è quasi inesistente e viaggiare è davvero un piacere.
Constatiamo quando sia incredibile la sicurezza di guida che deriva dal fatto di aver già percorso almeno una volta una strada, soprattutto in un ambiente sconosciuto e straniero: ci siamo passati solo il giorno prima e ci sembra di essere già diventati padroni della situazione.
In men che non si dica raggiungiamo la deviazione per Willow Beach e da qui in avanti, ancora una volta, diventa tutto nuovo.
Di colpo tutta la sicurezza che avevamo acquisita si affievolisce, ma incominciamo a tenere d’occhio i cartelli ricordando che il gestore del negozio di Willow Beach, dove ieri ci siamo fermati, ci aveva detto di proseguire per un numero imprecisato di miglia.
Secondo la carta geografica sappiamo che il Grand Canyon si trova indietro alla nostra sinistra per cui proseguiamo molto attenti alle eventuali strade che incrociamo in quella direzione.
La visibilità è estesa e continuiamo il tragitto; naturalmente non c’è nessuno a cui chiedere, visto che il territorio è desertico e non ci sono neppure paesi.
Siamo decisi a proseguire nella speranza che prima o poi troveremo qualche indicazione.
Abbiamo percorso una quarantina di chilometri da Willow Beach ed è trascorsa quasi mezz’ora guardando con estrema attenzione la strada, quando in lontananza, vedendo alcune case, si accende la speranza di chiedere informazioni a qualcuno.
Raggiunto il paese, prima ancora di trovare anima viva, vediamo un cartello turistico alla nostra sinistra che indirizza in quella direzione la via per raggiungere il Grand Canyon West, anzi, per essere più precisi, il Grand Canyon Skywalk.



Wow, di colpo due certezze: la prima è che lo Skywalk esiste e la seconda che siamo sulla strada giusta.
Il cartello ci dice anche che mancano “solo” un’ottantina di chilometri.
Non mi sembrano pochi considerato che probabilmente ci saranno anche strade di montagna, però, se tutto va bene, potremmo essere a destinazione attorno a mezzogiorno.
Intanto abbiamo già percorso più di 150 chilometri e, imboccata la nuova via che incomincia a salire, decidiamo per una sosta, anche con lo scopo di vedere e fotografare qualcosa dell’ambiente.
Scendiamo dall’auto e non solo fa caldo, ma il cielo è parzialmente coperto e le nuvole temporalesche in lontananza minacciano di rovinarci la giornata; sarebbe davvero il colmo trovare dei rovesci qui in mezzo al deserto, però sappiamo anche che la poca pioggia che bagna queste zone è più frequente proprio nei mesi di luglio e agosto.
Dal punto in cui mi trovo in questo momento decido di fotografare i due versi della strada: il senso che abbiamo percorso e quello che ci aspetta.
Si vede la strada formata da molti dossi e cunette e si percepisce pure, nonostante sia senza curve, che i cigli non sono sempre complanari fra loro; in altri termini non è certo una highway e durante la guida dovremo starci all’occhio.
Le case che costituiscono il paese sono a un piano e molto diradate fra loro, giustamente qui non manca sicuramente lo spazio, ma la comunità urbana, così strutturata, perde la propria identità e, più che un paese, sembrano tante case solitarie, tant’è che le caselle postali spesso sono collocate sul ciglio della strada.








Percorro pochi passi all’esterno della strada addentrandomi fra la vegetazione, giusto qualche metro perché naturalmente non esiste un filo d’erba verde, in compenso ci sono piante grasse e spinose in abbondanza e di varie taglie; vestito con i pantaloni corti non è molto furbo avvicinarsi.
Alcune sono anche molto belle e fiorite e subito mi fanno pensare alla difficoltà che a casa abbiamo per mantenerne una in vita, chissà, forse non avremo il pollice verde, ma il pollice nero :-)
Prima di risalire in auto, per non perdere troppo tempo e per evitare di incontrare qualche serpente velenoso fra la vegetazione, vedo e fotografo uno “Joshua Tree” (Albero di Giosuè).



Si tratta di una “Yucca brevifolia” tipica di queste zone che, vista soprattutto in controluce, rievoca che fu chiamata così dai primi Mormoni che attraversarono il deserto del Mojave per la sua somiglianza a Giosuè, con le braccia sollevate, nell’atto di pregare.


Nessun commento:

Posta un commento