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Las Vegas fu ufficialmente fondata nel 1905, anche se i pionieri Mormoni costruirono qui un forte attorno al 1850 che fu il primo nucleo moderno da cui partì la crescita.
Trovandosi nel bel mezzo del deserto del Mojave, i limiti dell’espansione non dipendevano dallo spazio disponibile, praticamente sconfinato, quanto dalle risorse idriche ed energetiche.
Terminata la grande depressione del 1929, il primo sviluppo avvenne quando fu legalizzato il gioco d’azzardo nel 1931.
I molti operai che lavoravano al progetto della “Hoover Dam” potevano venire qui a spendere e a giocare grandi quantità di soldi senza contravvenire ad alcuna legge.
Fumo, alcool, donne e gioco d’azzardo furono un richiamo potente, ulteriormente amplificato e mitizzato dal passaparola.
Finita la costruzione della diga aumentò la disponibilità di acqua e di energia; ciononostante attorno al 1940 la città contava circa 8000 abitanti e la vita si svolgeva nel suo centro, attorno a Fremont Street.
Naturalmente, circolando parecchi soldi crebbe l’interesse della malavita organizzata e, nel 1945, l’organizzazione mafiosa delle “Famiglie della East Coast” finanziò un criminale dell’epoca, Bugsy Siegel, per la costruzione dell’hotel-casinò Flamingo, col fine di controllare il gioco d’azzardo.
I costi della realizzazione però lievitarono, anche perchè parte dei fondi fu sottratta da Siegel e dalla sua amante; per questa ragione la “Commissione” (organo con poteri decisionali di Cosa Nostra Americana) decretò la sua morte che avvenne nel 1947 per mano di un killer.
Questo episodio fu importante per lo sviluppo dell’attuale Las Vegas perché il Flamingo fu tra i primi hotel ad essere delocalizzato verso la periferia, pochi chilometri a sud e, nonostante i rifacimenti, è il più vecchio fra quelli oggi esistenti.
A questa città intanto era stato conferito l’appellativo di Sin City, (Città del Peccato o Città del Vizio).
Il nomignolo non era immotivato ma, anziché scoraggiare l’arrivo di gente, contribuì anch’esso a pubblicizzare il luogo.
Chi veniva qui per giocare, bere, fare affari ed altro lo faceva con una certa ostentazione, era diventato uno status symbol, la dimostrazione di detenere lusso, mezzi e potere.
Negli anni ’50 divenne un punto di riferimento dello spettacolo grazie alla presenza di celebrità come Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis jr.
Poi seguì un primo tentativo di rifacimento dell’immagine, all’iniziò negli anni ’60, quando si cercò di sostituire il termine “gioco d’azzardo” (gambling) con “attività di gioco” (gaming).
Lo scopo era quello di ripulire il volto della città, di toglierle quella nomea associata al malaffare e al vizio che aveva.
Sempre in questo periodo l’area più a sud della città, che comprende anche la località di Paradise e dove era stato costruito l’hotel-casinò Flamingo, cominciò a fare concorrenza al vecchio centro storico.
La zona era collegata a Fremont street per mezzo di un viale lungo alcuni chilometri. (Las Vegas Blv)
La zona era collegata a Fremont street per mezzo di un viale lungo alcuni chilometri. (Las Vegas Blv)
Qui, disponendo di maggiore nuovo spazio, era più facile edificare costruzioni più grandi partendo da zero, con criteri più moderni: stava nascendo la Strip, (si dice anche lo Strip) quella striscia di territorio che oggi in pratica è ciò a cui si pensa quando si parla di Las Vegas.
All’idea che si potesse dare un nuovo look alla città, credette in modo particolare il magnate americano Steve Wynn, già figlio di un gestore di locali dove si giocava il Bingo, che a sua volta divenne possessore di quote di locali e proprietario di immobili a Las vegas.
Qui si era trasferito alla fine degli anni ’60 con la famiglia ed era talmente convinto che l’idea di rinnovo potesse prendere corpo, al punto che affermò che presto la Città del Peccato sarebbe diventata un luogo di vacanza per famiglie.
Naturalmente non fu l’unico a costruire a Las Vegas, ma Wynn, alla fine degli anni’80, ottenne finanziamenti immensi attraverso l’emissione di titoli ad alto rischio per l’investitore (junk bonds o titoli spazzatura, come si direbbe oggi) per costruire l’hotel-casinò Mirage, denaro che sperava di restituire in alcuni anni.
In realtà l’azzardo si rivelò un affare colossale e bastò un anno e mezzo per ripagare i creditori tanto il progetto ebbe successo, poi, su quella scia, negli anni successivi venne costruito il Bellagio, ispirato alla omonima splendida cittadina situata nel mezzo del lago di Como.
Da allora la città è cresciuta a dismisura e oggi conta più di 500mila abitanti, che diventano più di 2 milioni se si considera l’area metropolitana.
Se è vero che da cosa nasce cosa, qui, dove tutto è più estremizzato, il concetto vale più che mai: aumento di popolazione, opportunità di lavoro, ma anche facilità a ritrovarsi senza denaro, soprattutto se lo si gioca irresponsabilmente.
Che Las Vegas si sia trasformata in un luogo di vacanza per famiglie, come ipotizzato da Steve Wynn, è un dato di fatto, diversamente non si potrebbe spiegare il record di turisti del 2012 con una presenza maggiore di 40 milioni di visitatori.
Il periodo di crisi, avvenuto dopo il 2008, ha causato recessione anche qui, soprattutto in termini di perdita di posti di lavoro che, nel Nevada, in pochi anni, hanno determinato un tasso di disoccupazione passato da meno del 5% a più del 13%, anche se ora (2016) il peggio è passato e i posti sono stati quasi tutti riassorbiti.
Infatti Las Vegas non è solo una città in cui divertirsi, ma è anche un luogo dove si può trovare facilmente un lavoro nell’ambito dei servizi, proprio per la massiccia presenza di turisti, un’opportunità dove si può inseguire ancora il sogno americano.
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