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# 21
Molte cose durante questo soggiorno meritavano il viaggio già da sole, ma qui siamo all’apoteosi della bellezza.
# 21
Molte cose durante questo soggiorno meritavano il viaggio già da sole, ma qui siamo all’apoteosi della bellezza.
Siamo inseriti
nel “grande Nord”, caratterizzato da una natura aspra e selvaggia eppure
generosa come non mai in quanto a bellezza.
Ci fermiamo
per scattare alcune foto e quasi siamo storditi dal suono del silenzio, qualche
uccello lontano cerca di riempirlo, quasi con rispetto, insieme ad un leggero
fruscio del vento.
Qui la natura
scorre con i suoi tempi, i suoi ritmi antichi, mi sembra persino di percepire
un po’ di malinconia celtica nonostante la simpatia delle persone che abbiamo
incontrato anche pochi minuti prima.
Vedo e
fotografo un piccolo cimitero: come si fa a definire “bello” un piccolo
cimitero fuori dai centri abitati che non è neppure recintato e non ha nessun
monumento di pregio che lo caratterizza?
Eppure le sue lapidi
spartane e i pochi fiori presenti sono esageratamente valorizzati dalla sua
posizione geografica.
Sul mare,
davanti ai colori delle stagioni e ad un panorama contemporaneamente montano,
lacuale e marino, sempre bello e variabile, secondo i ritmi della marea che da
queste parti bagna e asciuga lunghe strisce di territorio, questo luogo di
Memoria riesce a farmi sentire bene e in pace con tutto.
Pur vivendo in una grande città conosco queste emozioni, ma non è facile farle uscire dal proprio io per farle affiorare sulla pelle, qui però la cosa sta funzionando.
Pur vivendo in una grande città conosco queste emozioni, ma non è facile farle uscire dal proprio io per farle affiorare sulla pelle, qui però la cosa sta funzionando.
Ci sembra
incredibile che esistano dei luoghi di questa bellezza, eppure eccoci qui a
viverli.
Mentre sto scrivendo
mi fermo un attimo per rileggere le ultime frasi perché ho il dubbio di avere
calcato un po’ la mano con la descrizione delle sensazioni che escono dal mio
io; invece no, ho descritto appena le percezioni che ho colto in quei momenti e
che rievoco facilmente osservando alcune foto.
La strada
continua e allo stesso modo il saliscendi dalla macchina per catturare foto ed
emozioni.
Molto spesso
non sappiamo neppure dove ci troviamo; siamo lontani da paesi, da centri
abitati.
Il panorama è
così vario che ogni volta che risalgo sull’auto dopo avere scattato le foto, ne
scatto una “di servizio” al GPS in modo da avere le coordinate geografiche dei
luoghi perché sono sicuro che, diversamente, una volta a casa sarà impossibile
catalogare per bene tutti gli scatti in modo univoco.
Poco più
avanti la strada curva bruscamente verso sinistra: uno strettissimo braccio di
mare che non si vedeva fino ad alcuni istanti prima e ortogonale al percorso,
ci costringe ad una deviazione di qualche chilometro verso l’interno rispetto
alla linea costiera principale: è il Loch Sligachan, un panorama nel panorama.
Il navigatore e i cartelli stradali, questi ultimi scritti un po’ in inglese e un po’ in gaelico, ci segnalano che siamo vicini a Portree, il capoluogo di Skye.
Il navigatore e i cartelli stradali, questi ultimi scritti un po’ in inglese e un po’ in gaelico, ci segnalano che siamo vicini a Portree, il capoluogo di Skye.
Siamo ancora
all’esterno della località quando la luce favorevole mi permette di catturare
qualche immagine.
In mezzo a ciò che vedo, posto sullo sfondo rispetto ad alcune case di Portree, noto, molto in lontananza, un profilo montagnoso piuttosto grezzo con alcune nuvole che avvolgono un lato della montagna, a sua volta vicina a dei pinnacoli che sembrano piazzati lì apposta e questo m’incuriosisce.
In mezzo a ciò che vedo, posto sullo sfondo rispetto ad alcune case di Portree, noto, molto in lontananza, un profilo montagnoso piuttosto grezzo con alcune nuvole che avvolgono un lato della montagna, a sua volta vicina a dei pinnacoli che sembrano piazzati lì apposta e questo m’incuriosisce.
In quel momento, giugno 2012, mi limito a constatare la caratteristica della cosa e la riprendo, per quanto possibile, per mezzo di una foto neppure bella.
Ora faccio un
salto temporale aprendo un inciso.
A posteriori,
un giorno verso la fine del 2014, sento in Tv le prime note di quell’intenso
brano musicale cantato da Dorotea
Mele, Lovely On My Hand, che fa da colonna sonora agli spot pubblicitari di
Calzedonia.
Istintivamente mi volto verso lo
schermo e vedo Julia Roberts, testimonial di quella pubblicità, camminare su
una passerella di pietra in un contesto naturalistico eccezionale.
Penso “Caspita, quella è quasi certamente la Scozia…” poi compare un
uomo in kilt che indirettamente mi conferma il pensiero e intanto si vedono dei
pinnacoli di roccia inseriti in uno scenario che sembra irreale, “..ma quel
luogo è a Skye…” Sì è proprio quello che compare in lontananza in quello
scatto, è: “ Old man of Storr”.
Potete trovare qui lo spot a cui mi riferisco.
Tornerò su questo discorso.
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