lunedì 16 marzo 2015

Drumnadrochit, Loch Ness







#16

Quando raggiungiamo il luogo vediamo delle targhe con l’effigie di Nessie, non in chiave mostruosa, ma con grafica da cartone animato.

Subito dopo troviamo dei B&B disponibili: sembra il posto che cerchiamo.

Il paese si chiama Drumnadrochit, ci fermiamo, chiediamo, ci dicono che c’è disponibilità solo per quella notte, non per la successiva, ma solo per le due seguenti.

Accettiamo a queste condizioni, anche se all’indomani dovremo arrangiarci ancora una volta ma dopo, almeno, potremo respirare un po’, smettere di portarci dietro i bagagli ed essere più liberi nei movimenti fino al rientro ad Edimburgo.

Facciamo una rapida sistemazione delle valigie e alle 19 siamo già sulla piazza per guardarci in giro, scattare foto e cercare da mangiare.

Troviamo un locale con funzione da bar, pub e ristorante e un’altra giornata fantastica è conclusa.

A Drumnadrochit, località in cui ora stiamo soggiornando, esiste il Loch Ness Centre & Exhibition, una costruzione a metà strada tra un piccolo parco divertimenti ed un museo centrato sul tema del Loch Ness dove, non mancano i riferimenti ai presunti avvistamenti di Nessie.







Drumnadrochit è un villaggio con meno di 1000 abitanti posto in un allargamento del lago alla confluenza di due piccoli fiumi che si congiungono poco prima di entrare nel Loch Ness.

Occupa una posizione strategica perché da qui si possono facilmente raggiungere alcune località famose della Scozia, qualsiasi direzione si voglia prendere.

Secondo chi abita qui, spesso c’è un clima di transizione tra l’ovest e l’est nel senso che può esserci sereno su un fronte e nuvoloso sull’altro, o viceversa, permettendo una visita nei dintorni anche in funzione della variabilità meteorologica.

Non mancano pub e alloggi e a poca distanza si trova il castello di Urquhart situato su un promontorio non molto alto rispetto al lago, ma particolarmente scenografico.

Si tratta di una costruzione medievale con un passato storico burrascoso nelle sanguinose guerre tra Scozzesi e Inglesi.

Sorge sulle rovine di una costruzione risalente ad alcuni secoli prima.

Fu volutamente parzialmente abbattuto alla fine del 1600 per evitare che i Giacobiti (movimento che sostenne la restaurazione del casato degli Stuart al trono d’Inghilterra e Scozia) ne prendessero possesso e lo usassero come fortezza; terminati i conflitti quel poco che restava andò in disuso e poi decadde.

Solo nel secolo scorso venne preso in carico dallo stato e aperto al pubblico facendolo diventare uno tra i castelli più visitati.

Il motivo principale dell’interesse turistico del castello di Urquhart va ricercato non tanto per la sua storia, quanto per la splendida posizione dominante sul Loch Ness.

Proprio per il fatto che il promontorio entra nel lago, è possibile vedere il Loch per buona parte della sua lunghezza e la vista strategica dalla sua torre si dice sia il punto migliore per avvistare Nessie J

Qui, nei dintorni di Drumnadrochit, ci si può anche imbarcare su battelli turistici dotati di ecoscandaglio che percorrono il lago come dire che, nonostante il mostro non esista, chiunque lo avvistasse diventerebbe immediatamente famoso.









lunedì 2 marzo 2015

Dentro le Highlands




# 15

Non è tardi, ma siamo senza alloggio, tornare a Banchory ci stuzzicherebbe, però non implicherebbe nulla di nuovo e poiché siamo qui nelle Highlands scozzesi per vivere un’avventura turistica, che avventura sia!

Riprendiamo la macchina puntando il GPS verso Inverness e poi si vedrà.

Riflettiamo ad alta voce su quanto abbiamo visitato finora, un po’ per fare il punto della situazione e un po’ per esorcizzare quel filo di incertezza che ci sta accompagnando dal giorno precedente.

Ripensiamo  a ciò che abbiamo visto ad Edimburgo, alla giornata di ieri dedicata allo spostamento in auto con le nuove avventure di guida e alla giornata odierna che, fino a questo momento, ci ha permesso di visitare e conoscere 2 castelli scozzesi famosi, Dunottar e Balmoral, uno caratterizzato da vicende epiche e sanguinarie e l’altro noto soprattutto per essere la residenza estiva della famiglia reale inglese qui in Scozia.

Riscontriamo che in 5 giorni abbiamo “portato a casa” un bel bagaglio di esperienza e siamo solo a metà dell’avventura: sicuramente ne valeva la pena e siamo soddisfatti.

Mentre riflettiamo su questi argomenti, la vettura ci conduce nel bel mezzo delle Highlands: le strade sono strettissime tant’è che due macchine affiancate non ci passano.

Il problema è risolto dalla presenza di apposite piazzole, ogni 100 – 200 metri, dove le auto sono tenute a fermarsi e cedere il passaggio per permettere di proseguire a coloro che incrociamo: sono i “Passing Place”.

Quando i guidatori s’incrociano viene spontaneo salutare e ringraziare.

E’ buffo: non è solo un fatto di cortesia o educazione, ma è un modo di socializzare, di condividere con chi incontri un’esperienza di guida molto aspra, come se, in caso di difficoltà, tu potessi contare sulla presenza e l’aiuto di un altro automobilista anziché limitarti a guardare gli immensi pascoli e le immancabili pecore.

Mi viene da sorridere pensando a quanto sia lontano, non solo geograficamente, il modo di guidare nelle grandi città, solitamente caratterizzato da una certa quantità di nervosismo o di premura.

Ci chiediamo anche se i Reali inglesi, nel loro viaggio da Londra a Balmoral debbano affrontare queste situazioni di piccolo disagio, ma molto in fretta ci rispondiamo che, con tutta probabilità, loro avranno a disposizione almeno un elicottero.

Ci divertiamo a speculare se un velivolo solo possa essere sufficiente a trasportare i Reali, lo staff, i vestiti, i viveri e poi i tailleur, cappelli e cappotti della Regina, la Corona, i gioielli e chissà cos’altro ancora ( forse gallette di riso e scatolette di tonno o carne come viveri di emergenza, addirittura anche un trono di scorta?!?! ^_^)

Improvvisamente m’ immagino uno stormo di elicotteri scortati da aerei militari…

Ok, sto esagerando, torniamo con le ruote per terra.

A proposito di cose militari, apro un inciso.

Voglio aggiungere che, una volta tornati a casa e aver rivisto sulle carte geografiche questo tratto d’itinerario, abbiamo constatato di avere percorso anche stradine militari e quindi ecco spiegati i dubbi derivati da indicazioni a volte parziali e incomplete fornite da GPS e carte geografiche!
In ogni caso dopo alcuni chilometri raggiungiamo un nuovo paesino che sembra riaprirci le porte della civiltà.

Proseguiamo lungo strade che non sono trafficate e poco dopo le 18 arriviamo ad Inverness, ci guardiamo in giro per trovare una sistemazione.

Usciamo dal centro in direzione sud verso il lago, il Loch Ness, alla ricerca di un B&B.

Ne vediamo alcuni liberi e altri no, però attorno non c’è nulla di interessante così decidiamo di proseguire verso il lago sperando di trovare un paesino più caratteristico con alloggi e ristoranti, forti del fatto che alla peggio saremmo potuti tornare ad Inverness.

M’intriga parecchio l’idea di dormire in qualche luogo sul Loch Ness, forse dentro di me, nella fanciullezza, il terribile mostro del quale ho sentito parlare tante volte ha lasciato il segno e, in ogni caso, è una delle mete che ci eravamo prefissate.

La carta geografica mostra una protuberanza sul lago Ness: è indicato un paese e quella potrebbe essere la meta.