# 12
Abbiamo appurato che per visitare tutta la Scozia nel modo in cui ci
piace non basterebbero neppure un paio di mesi, pertanto daremo priorità ad
alcune località rispetto ad altre.
Oltretutto è la prima volta che veniamo qui e ai primi posti nella
lista dei desideri ci sono le terre alte del Nord Ovest, le Highlands.
Non vogliamo rischiare di tornare a Milano senza avere visto qualcosa
di quelle parti, per cui decidiamo che all’indomani, dopo esserci riposati e in
funzione della situazione meteorologica, prenderemo una decisione definitiva.
Apro un breve inciso ponendo una domanda: cos’è il turismo?
La risposta non è univoca, anzi ciascuno di noi può rispondere in modo diverso promuovendo meglio un argomento piuttosto che un altro.
La risposta non è univoca, anzi ciascuno di noi può rispondere in modo diverso promuovendo meglio un argomento piuttosto che un altro.
A parte le priorità, penso che tutti concordiamo che turismo significa
visita dei luoghi meta del viaggio, ma ciò non basta e, fra le tante risposte
possibili, io aggiungo che vuol dire anche viverli, comprendere le abitudini
delle persone ed il loro comportamento, confrontarsi con esse e adeguarsi, per
quanto fattibile, alle tradizioni comportamentali e culinarie.
Chiudo la parentesi perché ho messo a fuoco i punti dove volevo
arrivare.
Torno al racconto: nel frattempo eccoci di nuovo in piedi; meteorologicamente
la giornata non è molto diversa da quella precedente, anche se un po’ meno
grigia, però intanto ci rimettiamo a tavola per la colazione.
Nello specifico in questo momento siamo alloggiati in una casa privata
in un luogo della campagna scozzese che quasi si fa fatica a trovare sulla
carta geografica.
Non di meno, l’anziana donna che ci accoglie è visibilmente felice di
ospitarci e siamo certi che non si tratta di un mero riscontro economico, ma
gradisce il confronto ed è curiosa di sapere qualcosa di noi, da dove veniamo e
dove andremo, ci chiede se ci è piaciuta la camera nella quale abbiamo
soggiornato e soprattutto cosa desideriamo per colazione.
A mio modo di vedere le cose anche lei sta facendo turismo, pur stando
ferma in casa sua.
Ci racconta qualcosa che sa dell’Italia, di Milano pur non essendoci
mai venuta.
Una sua amica ci è stata ed è soddisfatta di potere esibire questa sua
conoscenza che, non nego, ci dà una certa gratificazione.
Ci dice di essere appena stata operata ad una gamba e le fa piacere
poter scambiare qualche parola con qualcuno che, di volta in volta, viene da
chissà dove.
Mentre si è creata questa atmosfera di gemellaggio cultural-culinario,
noi osserviamo la casa nel suo interno.
Anche il patio chiuso, dentro il quale noi sediamo ad un tavolo, è ben
tenuto e arredato; non mancano i fiori alle finestre e la tavola è imbandita
con tanto di tovaglia ricamata.
La colazione che sta per arrivare è tipicamente inglese e abbondante
come si usa qui.
Quasi m’intristisco se penso che a casa, al mattino, faccio colazione
con caffè e un paio di biscotti e, anche se non sono abituato a mangiare molto,
sono sicuro che qui mi adeguerò mooolto in fretta.
Yoghurt, corn-flakes di vario tipo, marmellata (d’arancia) e confettura,
pane da tostare, burro e frutta varia sono già serviti; non mancano neppure le
prugne “per far sorridere la pancia” (come si dice in un noto
spot pubblicitario) o per chi semplicemente le apprezza come me ;)
Fra le bevande ci sono tè o caffè, latte e succo di frutta e poi arriva
il pezzo forte.
Il piatto contiene 1 uovo all’”occhio di bue” “fried egg” (per mia
scelta, perché altrimenti ne servono 2, anche con altri tipi di cottura),
pomodoro, funghi, salsicce e bacon.
Quasi lo gusto prima di assaggiare, poi, tra una forchettata ed una
bevuta, pensiamo alla geografia della Scozia e decidiamo che trascureremo l’est
e il Mare del Nord a vantaggio dei territori del nord-ovest, ma tentiamo
ugualmente di visitare quel castello (Dunottar Castle) che il giorno prima era
totalmente immerso nella nebbia.
Già ci stavamo ambientando in questa casa, alla cortesia e simpatia
della proprietaria e alla sua cucina, ma non possiamo indugiare ancora, seppur
con dispiacere; altra strada, altri luoghi e altre avventure ci aspettano, ma
Banchory, quel piccolo paesino della campagna scozzese col suo pub-ristorante e
soprattutto con l’alloggio che questa donna ci ha offerto, ci ha
conquistato e anche lui ormai è diventato un po’ parte di noi.
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