venerdì 11 dicembre 2015

Da Hollywood a Las Vegas


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# 19

Dopo aver trascorso qualche giorno a Hollywood ed aver visitato un po’ i dintorni era giunto il momento di cambiare aria, nel senso letterale del termine: da un’aria oceanica, mite anche in piena estate, ad un clima desertico.
Risentivamo della stanchezza di ieri, giornata trascorsa a Disneyland, ma il pensiero della nuova meta da raggiungere, il Nevada e precisamente Las Vegas, ci galvanizzava.
Come tutti ne avevamo sentito parlare più volte: chi ne parlava bene, chi male, però nessuno aveva mai mostrato indifferenza.
Un conoscente che l’aveva visitata pochi anni prima mi aveva profetizzato:” Ti potrà piacere oppure no, ma è uno di quei posti che, almeno una volta nella vita, vanno visti.”
Avevamo noleggiato la macchina apposta per muoverci e non sarebbero stati certamente i 450 chilometri che separano Hollywood da Las Vegas a fermarci.
Per dirla tutta un minimo di perplessità c’era.
Da una parte l’idea di una meta e un’esperienza nuova, dall’altra la consapevolezza che, anche se per mezzo di un’autostrada, avremmo dovuto attraversare il deserto del Mojave auspicando di non incontrare difficoltà durante il tragitto.
Ci avevano suggerito di avere con noi il pieno di benzina e acqua potabile, non tanto da bere durante il viaggio, quanto per sicurezza nel caso in cui avessimo avuto problemi con la vettura.
Quest’ultima era anche la mia principale preoccupazione non solo per un eventuale ritardo sulla tabella di marcia, ma anche perché ci sarebbero volute molte ore per ricevere i soccorsi restando sotto un sole particolarmente caldo.
Sapevamo che a metà strada avremmo incontrato una cittadina, Barstow, ultima località prima attraversare il nulla su un nastro di asfalto.
Così partimmo e neppure troppo di buon mattino.
Ormai ci eravamo abituati ad una densità di popolazione molto alta, autostrade che attraversavano Los Angeles in lungo e in largo, fino a 10 corsie per carreggiata (comprese quelle di accelerazione), gente ovunque, traffico intenso ma quasi sempre scorrevole e da lì a poco saremmo piombati nel nulla prima di riemergere in una nuova grande città.


Ricordo che man mano percorrevamo i chilometri, si vedeva che attorno all’autostrada le costruzioni diminuivano e l’insegna della Interstate 15 diventava sempre più la nostra bussola.
Il primo assaggio del deserto avvenne poche decine di chilometri prima di Barstow: la sensazione fu quella di chiederci se il percorso fosse esatto, davanti a noi solo l’autostrada e attorno nessuna costruzione.
Finalmente arrivammo a Barstow, una città di 20.000 abitanti le cui origini affondano sia nella disputa del territorio con alcune tribù indiane (fra cui proprio i  Mojave), sia nella ricca storia mineraria del deserto del Mojave dopo che avvenne la scoperta di oro e argento nelle montagne e nelle vallate lì intorno.
Proprio a causa del continuo movimento di minatori e merci, alla fine dell’800 Southern Pacific e Santa Fe Railroad realizzarono dei tracciati ferroviari per collegare la cittadina con il resto del mondo.
La Route 66, già incontrata a Santa Monica e che transita anche per Barstow, doveva essere ancora costruita.
Tornando al nostro viaggio fu veramente un sollievo leggere sulle indicazioni di uscita dell’autostrada la pubblicità di un centro commerciale con la relativa presenza di un  Mc Donald’s e Starbucks.
Ci prendemmo una pausa, metà viaggio era andato.



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