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# 27
E' arrivato il giorno del rientro ad Edimburgo.
Da Drumnadrochit, costeggiando per l'ultima volta il Loch Ness, andiamo a nord e raggiungiamo Inverness, che significa "foce del fiume Ness"; nei giorni scorsi non avevamo avuto modo di fermarci in questa città e così lo facciamo ora.
Con un po' di fortuna la giornata è più luminosa del solito e questo ci permette di scendere dall'auto in zona centrale per passeggiare sulle sponde del fiume Ness alla ricerca di qualche peculiarità locale.
Non so se sono condizionato dalla conoscenza che Inverness sia considerata tra le prime città più vivibili e felici della Gran Bretagna, tuttavia la prima impressione che colgo è la vista di gente che mi sembra dinamica e rilassata allo stesso tempo.
Certo la bellezza delle sponde del fiume contribuisce a rendere l'insieme più attraente e ne abbiamo ulteriore prova quando raggiungiamo e attraversiamo il ponte pedonale "Greig St. Bridge".
Da qui, buona parte della città prende corpo, le sponde dalle quali i pescatori a volte pescano i salmoni, le chiese e il fiume stesso.
Continuiamo sull'altra sponda fino a trovarci di fronte al Castello; è quello che Shakespeare inserì nella sua tragedia "Macbeth".
Esauriamo un po' superficialmente la visita e riprendiamo l'auto verso la A9 in direzione Edimburgo.
Belle foreste e gli ultimi paesaggi delle Highlands ci accompagnano quasi fino a destinazione, infine raggiungiamo l'Aeroporto di Edimburgo dove, dopo 5 giorni, registriamo di avere percorso più di 1700 km con la FIAT 500 "giallina".
Riconsegniamo il mezzo che ci era diventato ormai familiare e di colpo siamo appiedati.
Il buon vecchio bus, l'"airlink n° 100 Express", sembra che sia lì all'aeroporto di Edimburgo ad aspettarci.
Ormai ci sentiamo "di casa" e poco dopo siamo già a bordo; qualche fermata durante il tragitto e poi la nostra, bagagli in mano, alcune centinaia di metri e finalmente in albergo.
Sembra passata un'eternità da quando abbiamo alloggiato qui alcuni giorni fa e incominciavamo a prendere confidenza con Edimburgo e le sue caratteristiche; ora siamo tornati dove questa avventura è incominciata.
Una sistemazione frettolosa in camera, un'occhiata al menù che ci ricorda la pantagruelica colazione che faremo l'indomani e, poiché c'è ancora tempo, spendiamo le ultime ore rimaste per una nuova visita fuori programma al Royal Mile, al Castello, prima di un saluto ed una cena dal ristoratore che avevamo conosciuto.
Nonostante la stanchezza accumulata, l'adrenalina è ancora a mille e questo ci permette di smaltire la cena, almeno in parte, facendo ancora una passeggiata per la città sfruttando la luce del giorno che qui, a queste latitudini, nel mese di giugno si protrae fino alle 22.30 circa.
Un'altra giornata intensa è terminata nel migliore dei modi.
Ora è nuovamente mattino, abbiamo un po' di tempo per assaporare la versatile ed abbondante colazione inglese: salsiccia, funghi, pomodoro e bacon, (come parte salata e cucinata) nonché marmellata d'arancia, pane tostato, latte e tanto caffè ci stanno aspettando prima di procedere alle operazioni del check-out dall'albergo e del trasporto verso l'aeroporto da dove, con un doppio balzo, due aeroplani ci condurranno prima ad Amsterdam e poi a Milano.
Più tardi siamo ancora in aeroporto mentre ripercorriamo mentalmente la nostra avventura.
Un bottino gigantesco di esperienza, di cultura, di gusti, di suoni e musica, di conoscenza, di immagini, di fotografie e filmati.
Portiamo a casa una suggestione enorme di ciò che abbiamo visto in questa terra veramente fantastica che è la Scozia, ma anche la consapevolezza di quanto ci sarebbe stato ancora da visitare e da conoscere.
Siamo convinti che qui ritorneremo, quando non si sa, ma i luoghi da visitare e possibilmente da vivere almeno un po', sembrano ancora più numerosi di quando siamo partiti.
Ora che abbiamo rotto il ghiaccio sembra tutto più facile, l'esperienza acquisita servirà da base per un futuro e nuovo entusiasmante viaggio.
Fine.