mercoledì 29 luglio 2015

Skye - 3



# 22

Lasciamo Portree dietro di noi imboccando una strada secondaria, la A850, che ci porta nell’ovest dell’isola, poi a Dunvegan e qui iniziamo il ritorno verso Broadford costeggiando un tratto del lato ovest di Skye lungo la A863.
In questa zona la costa è più frastagliata che mai e i luoghi che stiamo visitando sono al di sopra di ogni più rosea aspettativa.
Siamo sul Loch Harport dove un braccio di mare arzigogolato s’insinua nell’entroterra collinare.
Casette bianche, pascoli verdi, piccole imbarcazioni da pesca e da diporto, le immancabili pecore dalla faccia nera (blackface sheep), che sono caratteristiche di questi luoghi, creano un mix incredibile di paesaggio abbellito ulteriormente dal cielo nuvoloso che a tratti lascia filtrare delle lame di luce.
Mentre osservo un po’ in lontananza alcune mucche al pascolo, un raggio di sole schiarisce l’erba verdissima che i bovini brucano.
Rispetto allo sfondo, più buio per le nuvole, sembra che il prato sia stato colorato con un gigantesco evidenziatore verde fluorescente.

















Non avevamo mai visto luoghi di questo tipo così belli e caratteristici per cui quando saliamo in auto lo facciamo con un certo dispiacere.
Ora siamo vicini alla nostra meta serale, Broadford, che raggiungiamo giusto per l’ora di cena.
Una volta rifocillati c’è ancora tempo per  visitare qualcosa di questa cittadina che ci aveva subito fatto una buona impressione.
Del resto a queste latitudini il sole a giugno tramonta tardi, quindi sfruttiamo al meglio la luce raggiungendo a piedi il vicino porticciolo.
Poche e piccole imbarcazioni sono ormeggiate al riparo del mare e forse ancora di più dal vento.
Le nasse dei pescatori, reti di varia forgia, galleggianti e cime sono allineati a fianco di un muretto; nessuna chiusura, nessun blocco per impedirne il furto, ma probabilmente qui funziona così.
La gente si conosce tutta e il rispetto è reciproco.
Alcune barche rosse ancorate ad un altro molo spiccano in lontananza, sembra che la marea abbia intenzione di metterle a secco così come sta facendo con alcune strisce di terra che ha già fatto emergere.






Il panorama è tipico di questi luoghi e una nube temporalesca sullo sfondo ci disillude sul fatto che il raggio di sole basso sull’orizzonte, che ora sta illuminando l’ambiente, possa essere presente anche l’indomani.
Del resto di questi posti si dice che è possibile vedere le 4 stagioni in una sola giornata e nella nostra breve esperienza sappiamo di averne viste già tre, francamente mi auguro proprio di non trovare la neve.
Il mattino seguente apriamo la finestra della camera e vediamo che il mare ha lasciato momentaneamente molto spazio alla terraferma, le barche che avevamo visto la sera prima a mezz’acqua ora sono all’asciutto totalmente.


Oggi torneremo a Drumnadrochit, ma prima di partire vogliamo fare una passeggiata qui a Broadford lungo una passerella di legno che, attraversando uno stretto ruscello, conduce in un piccolo parco verde dotato di area da pic-nic.




Il luogo visivamente è invitante, ma l’ora non è quella giusta e neppure la temperatura e il vento invogliano ad una sosta, quindi prendiamo auto e bagagli per tornare sul Loch Ness.
Mentre ripercorriamo il ponte che collega Skye con il resto della Scozia siamo consci che questo posto meritava una visita molto più prolungata.
Ci convinciamo che prima o poi ci torneremo e forse non basterà neppure un’altra volta perché qui molte cose meritano di essere viste, riviste e vissute con i tempi naturali che questi luoghi suggeriscono.
Sono sicuro che, fra le regioni che ho visitato, l’isola di Skye sia una di quelle più belle da un punto di vista ambientale.
Mi ha conquistato e credo che se fra qualche decennio non dovessi essere più qua a raccontare di questi viaggi, uno dei luoghi in cui potreste incontrare il mio spirito è proprio qui, sull’isola di Skye insieme ai suoi monti, ai fiordi, alle brume, al vento, ai laghi e al mare.
Qui, dentro i luoghi selvaggi, sotto un cielo che varia continuamente, che alimenta i grigiori, i colori, le luci e le ombre degli infiniti pascoli, qui dove fioriscono le brughiere e le eriche insieme alle leggende di Elfi e Fate, qui dove aleggia un certo misticismo celtico.
Arrivederci Skye.




mercoledì 8 luglio 2015

Skye - 2

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# 21

Molte cose durante questo soggiorno meritavano il viaggio già da sole, ma qui siamo all’apoteosi della bellezza.
Siamo inseriti nel “grande Nord”, caratterizzato da una natura aspra e selvaggia eppure generosa come non mai in quanto a bellezza.
Ci fermiamo per scattare alcune foto e quasi siamo storditi dal suono del silenzio, qualche uccello lontano cerca di riempirlo, quasi con rispetto, insieme ad un leggero fruscio del vento.
Qui la natura scorre con i suoi tempi, i suoi ritmi antichi, mi sembra persino di percepire un po’ di malinconia celtica nonostante la simpatia delle persone che abbiamo incontrato anche pochi minuti prima.
Vedo e fotografo un piccolo cimitero: come si fa a definire “bello” un piccolo cimitero fuori dai centri abitati che non è neppure recintato e non ha nessun monumento di pregio che lo caratterizza?
Eppure le sue lapidi spartane e i pochi fiori presenti sono esageratamente valorizzati dalla sua posizione geografica.
Sul mare, davanti ai colori delle stagioni e ad un panorama contemporaneamente montano, lacuale e marino, sempre bello e variabile, secondo i ritmi della marea che da queste parti bagna e asciuga lunghe strisce di territorio, questo luogo di Memoria riesce a farmi sentire bene e in pace con tutto.   



Pur vivendo in una grande città conosco queste emozioni, ma non è facile farle uscire dal proprio io per farle affiorare sulla pelle, qui però la cosa sta funzionando.
Ci sembra incredibile che esistano dei luoghi di questa bellezza, eppure eccoci qui a viverli.
Mentre sto scrivendo mi fermo un attimo per rileggere le ultime frasi perché ho il dubbio di avere calcato un po’ la mano con la descrizione delle sensazioni che escono dal mio io; invece no, ho descritto appena le percezioni che ho colto in quei momenti e che rievoco facilmente osservando alcune foto.
La strada continua e allo stesso modo il saliscendi dalla macchina per catturare foto ed emozioni.
Molto spesso non sappiamo neppure dove ci troviamo; siamo lontani da paesi, da centri abitati.
Il panorama è così vario che ogni volta che risalgo sull’auto dopo avere scattato le foto, ne scatto una “di servizio” al GPS in modo da avere le coordinate geografiche dei luoghi perché sono sicuro che, diversamente, una volta a casa sarà impossibile catalogare per bene tutti gli scatti in modo univoco.
Poco più avanti la strada curva bruscamente verso sinistra: uno strettissimo braccio di mare che non si vedeva fino ad alcuni istanti prima e ortogonale al percorso, ci costringe ad una deviazione di qualche chilometro verso l’interno rispetto alla linea costiera principale: è il Loch Sligachan, un panorama nel panorama.










Il navigatore e i cartelli stradali, questi ultimi scritti un po’ in inglese e un po’ in gaelico, ci segnalano che siamo vicini a Portree, il capoluogo di Skye.
Siamo ancora all’esterno della località quando la luce favorevole mi permette di catturare qualche immagine.







In mezzo a ciò che vedo, posto sullo sfondo rispetto ad alcune case di Portree, noto, molto in lontananza, un profilo montagnoso piuttosto grezzo con alcune nuvole che avvolgono un lato della montagna, a sua volta vicina a dei pinnacoli che sembrano piazzati lì apposta e questo m’incuriosisce. 



In quel momento, giugno 2012, mi limito a constatare la caratteristica della cosa e la riprendo, per quanto possibile, per mezzo di una foto neppure bella.
Ora faccio un salto temporale aprendo un inciso.
A posteriori, un giorno verso la fine del 2014, sento in Tv le prime note di quell’intenso brano musicale cantato da  Dorotea Mele, Lovely On My Hand, che fa da colonna sonora agli spot pubblicitari di Calzedonia.
Istintivamente mi volto verso lo schermo e vedo Julia Roberts, testimonial di quella pubblicità, camminare su una passerella di pietra in un contesto naturalistico eccezionale.
Penso “Caspita, quella è quasi certamente la Scozia…” poi compare un uomo in kilt che indirettamente mi conferma il pensiero e intanto si vedono dei pinnacoli di roccia inseriti in uno scenario che sembra irreale, “..ma quel luogo è a Skye…” Sì è proprio quello che compare in lontananza in quello scatto, è: “ Old man of Storr”.
Potete trovare qui lo spot a cui mi riferisco.
Tornerò su questo discorso.