# 18
Visto che abbiamo la prossima notte “buca”, carichiamo in auto i
bagagli, decidiamo di percorrere gran parte del Loch Ness e di proseguire verso
l’isola di Skye con l’intenzione di pernottare là.
In questo momento non possiamo sostare a lungo e gustare per bene
questo lago, ma rinviamo la visita di un paio di giorni.
La giornata è parzialmente nuvolosa e lungo la strada vediamo scorci
incredibili sui quali torneremo; il Loch Ness è reso ancor più inquietante
dalla basse nuvole grigie che nascondono le cime delle montagne circostanti.
Le sponde sono particolarmente selvagge con la vegetazione che sembra
entrare fin dentro l’acqua e in questo clima mi stupirei poco se, ad un tratto,
in lontananza si vedesse comparire qualcosa che assomiglia a Nessie.
Naturalmente questo non succede e abbandoniamo malvolentieri questo
tipo di paesaggio quando la strada devia in salita verso ovest, in direzione di
Skye.
Pochi chilometri dopo l’ambiente muta nuovamente ed il piatto grigiore
a cui avevamo assistito poco prima si trasforma in un cielo coperto di nuvole
solo a tratti.
Entriamo in una nuova valle molto poco trafficata dove, pur senza mai
averle viste, riconosco le Highlands che immaginavo.
Le montagne non sono molto alte e neppure troppo boschive; chiazze di
verde selvatico e di pascolo si alternano con piccole aree arboree e rocce.
Non si vede presenza umana per chilometri se non qualche piccola casa,
talmente sperduta da chiedersi se davvero qualcuno possa vivere in modo così
isolato alla mercé di ogni minima esigenza, di carattere alimentare o di
salute, ma anche di svago, di comunicazione o di mancanza di vicinato.
Poiché siamo in giugno sono convinto che questa sia la migliore situazione
di luce, ambientale e meteorologica; al contrario provo ad immaginare questi luoghi
in inverno in mezzo alle tempeste di pioggia, vento e neve: un’inquietudine e
un senso d’impotenza totali, seppur inseriti in un ambiente bello da togliere
il respiro.
Intanto i raggi di sole fanno breccia tra i contorni netti delle nuvole
e raggiungono il suolo giocando a “luci e ombre” con i colori della vegetazione,
schiarendoli o incupendoli a loro piacimento.
La strada asfaltata della Glen Moriston continua a salire lentamente, un
po’ curvilinea, seguendo il profilo delle montagne e costeggiando il fiume
Moriston che contribuisce ad alimentare le acque del Loch Ness.
Poco più avanti ci avviciniamo ad una diga; spero che al di là ci sia
un lago che, se possibile, abbellisca ulteriormente l’ambiente.
Le mie aspettative non vengono deluse e appena oltrepassiamo lo
sbarramento vediamo un bacino lungo una decina di chilometri e largo circa uno.
Giustamente in quasi ogni valle delle Highlands c’è un Loch e anche se
questo, il Loch Cluanie, è di origine artificiale, impreziosisce il panorama.
Proseguiamo con l’auto fin quando troviamo la possibilità di
parcheggiare.
Ora il paesaggio è veramente completo, oltre a tutto ciò che avevamo
già visto, qui si aggiungono anche il blu del lago ed il giallo delle ginestre
fiorite che ci stanno accompagnando lungo tutto il viaggio.
Sono soddisfatto: constatare di persona
che le Highlands scozzesi sono proprio quanto mi ero immaginato e poi
ancora di più, lascia dentro di me un senso di compiuto, una soddisfazione
tolta, un percorso completato, o almeno uno dei tanti …J
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