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# 19
… ma se è vero che l’appetito viene mangiando, la curiosità viene osservando e imparando.
Siamo sempre qui ad ammirare il Loch Cluaine nella Glen Moriston quando
il mio interesse viene attirato da un memoriale, scritto sotto forma di pannello,
dedicato ad un eroe giacobita scozzese, Roderick
Mackenzie.
Comprendo solo in parte il contenuto, un po’ per la mia limitazione
dell’Inglese e un po’ perché non conosco la storia scozzese del 1700.
Scatto una foto perché mi riprometto di approfondire il contenuto
successivamente.
Ora sono qui, a casa; guardo la foto e mi metto a cercare.
Per prima cosa bisogna comprendere il contesto dei luoghi, dei
personaggi coinvolti e della situazione.
La trama della vicenda è fortemente complessa, epica e sanguinaria.
Tutto nasce nel 1688 quando il Parlamento di Londra, timoroso di una
possibile influenza papale nelle cose di governo, depone Giacomo II (Stuart),
Re d’Inghilterra, Scozia e Irlanda perché si dichiara pubblicamente cattolico e
viene sostituito non dal primogenito Giacomo Francesco Edoardo, anch’egli
cattolico, ma dalla figlia protestante Maria, sposata col cugino Guglielmo
d’Orange.
In conseguenza a ciò nasce un
movimento politico, il Giacobitismo, che sostiene la restaurazione degli Stuart
sul trono d’Inghilterra, Scozia e Irlanda.
Negli anni successivi vengono ingaggiate varie battaglie con esiti
alterni fra i contendenti fino alla
battaglia finale del 16 aprile 1746 che si svolge a Culloden, vicino ad
Inverness, dove si fronteggiano da una parte le truppe del Duca di Cumberland
(casata degli Hannover) e, dall’altra, i Giacobiti di Carlo Edoardo Stuart,
detto anche “Giovane Pretendente
“o “Bonnie Prince Charlie”.
I Giacobiti hanno pesantemente
la peggio e vengono dispersi e trucidati in massa dal Duca di Cumberland che
viene soprannominato dai suoi nemici “Billy il Macellaio” per l’efferatezza dei
suoi combattimenti.
In questo ambito si inserisce
la storia di Roderick Mackenzie.
Lo scritto racconta di
quest’uomo ben vestito, figlio di un orologiaio e somigliante al Principe
Bonnie Charlie al punto che spesso fu scambiato per lui mentre era al servizio
nelle Guardie del Principe.
Sopravvissuto alla battaglia
di Culloden, nel luglio dello stesso anno si trovava qui nella Glen Moriston
dove incontrò alcuni uomini del Duca di Cumberland che lo scambiarono per il
Principe.
Roderick non tentò di spiegare
l’equivoco, anzi, durante la lotta conseguente fu ferito a morte mentre
gridava: ”Tu hai ucciso il tuo Principe”.
I soldati, speranzosi di
ottenere la taglia di 30.000 sterline (qualcosa come più di 5 milioni di
euro attuali) messa dagli Hannover sulla testa del Principe, lo decapitarono e
portarono la sua testa a Fort Augustus affinché gli ufficiali giacobiti
imprigionati lo riconoscessero.
Poiché mancava il corpo, il presunto Principe non venne riconosciuto e
così il capo fu portato altrove per avere la conferma che appartenesse proprio al
Principe.
Intanto il tempo passava e il vero Principe Bonnie Charlie, che si trovava anch’egli nelle vicinanze in un
luogo chiamato “The Prince’s Cave” scortato da “7 uomini di Glenmoriston” per
un po’ fu creduto morto e, prima che si scoprisse la verità, ebbe il tempo a
sufficienza di sfuggire alla cattura raggiungendo una nave che lo portò in
esilio proprio grazie al sacrificio di Roderick Mackenzie.
Qui l’iscrizione termina
onorando l’eroe giacobita con la frase “Un atto coraggioso compiuto da
un uomo coraggioso”.
Aggiungo che la nave in questione portò il Principe in Italia dove
visse a Firenze, poi anche a Roma, dove era nato e qui morì.
E’ sepolto nella Basilica di San Pietro nella Città del Vaticano.
Ora con la mente torno al Loch
Cluaine, nella Glen Moriston, davanti a quel tumulo dopo avere letto e compreso in buon parte il
contenuto: mi viene spontaneo guardare ancora le bellezze di questi luoghi, ma
intanto rifletto su quanto odio e quanta crudeltà debbano aver visto anche queste
lande in guerre che l’Umanità ha rivolto verso se stessa.
Lascio un ultimo pensiero all’eroe giacobita Roderick Mackenzie e un altro sguardo al panorama, poi il viaggio verso
Skye continua.
Fonti:
foto personali