# 29
Raggiungiamo la macchina, la
metto in moto attivando immediatamente l’aria condizionata perchè siamo nelle
prime ore del pomeriggio e la temperatura esterna continua a salire.
Abbiamo ancora molte ore di
luce e così apriamo la carta geografica per capire dove avventurarci.
I luoghi non mancano, ma
poiché non sono tutti nelle vicinanze, necessiterebbero più di una frazione di
pomeriggio per una loro visita.
Per dirla tutta avremmo
voluto dedicare un giorno anche al Grand Canyon del Colorado ma, carta alla
mano, avevamo già visto prima di partire che il Grand Canyon Village, situato
sul South Rim, probabilmente il luogo più frequentato e comodo da raggiungere,
dista 450 chilometri da Las Vegas, insomma un altro viaggio.
Mi ero informato e avevo
letto che giusto un paio di anni prima era stata aperta una grande opera, con
vista sul Grand Canyon, in una zona molto più a ovest del South Rim, quindi più
facilmente raggiungibile da Las Vegas.
L’avevo anche cercata con
Google Maps e pur trovandola, addirittura servita da un piccolo aeroporto, la
strada che la raggiungeva era considerata al rango di una mulattiera che
percorre ampi territori desertici e Street View neppure la mostrava.
Avevamo quindi accantonato
l’idea di una visita al Grand Canyon a causa della distanza, per la mancanza di
informazioni sicure, per gli eventuali rischi derivanti da percorsi
fuori-strada in territori poco frequentati e arroventati dal caldo e poi perché
questo viaggio era già particolarmente ricco di località da visitare.
Avevamo concluso che sarebbe
stata opportuna una visita preliminare dei posti limitrofi, un sopralluogo che
ci avrebbe consentito di fare esperienza, utile per una volta successiva.
Mentre maneggio la carta
geografica, stando seduto nell’auto, ricordo che la prima parte di strada che
raggiungeva questa nuova località transitava proprio sulla Highway 93, quella
che stavamo percorrendo anche durante l’attraversamento della Hoover Dam e che
poi prosegue verso sud.
La visita della diga e la
vista del Black Canyon, col sottostante fiume Colorado, riaccendono questi
particolari della pianificazione del viaggio fatta a casa e poi, considerato il
caldo, la nostra presenza in questa zona e il desiderio di toccare almeno con
le mani e coi piedi il fiume, decidiamo di proseguire per qualche chilometro a
sud, almeno fino al primo centro abitato sul fiume: Willow Beach.
Lungo la strada non troviamo
nessuna indicazione che riguarda il Grand Canyon, ma finalmente raggiungiamo il
paesino dopo avere abbandonato la highway e percorso un paio di chilometri
senza anima viva in territorio desertico.
In realtà chiamarlo paesino è
esagerato: qualche casa situata anche lontano dalla strada principale e poi un porticciolo sul fiume.
Il parcheggio dove fermiamo
l’auto è molto ampio ma deserto, segno che, nonostante le apparenze, questo
luogo conosce dei momenti di gloria e di vita.
Scendiamo, fa molto più caldo
di prima e c’incamminiamo verso uno scivolo di cemento costruito per mettere in
acqua i gommoni e le piccole imbarcazioni.
Scalzi, immergiamo i piedi e
parte delle gambe nel Colorado e restiamo un po’ stupiti dal fatto che ci
aspettavamo di essere bagnati da acqua molto più calda.
Verremo a sapere
successivamente che qui il fiume può misurare fino a 20 gradi di temperatura in
meno rispetto all’acqua superficiale del lago Mead, a causa del fatto che le
turbine elettriche, per funzionare, prelevano acqua vicino al fondo del lago e
quindi è molto più fredda che in superficie; la stessa acqua che poi scorre qui
senza avere avuto il tempo di scaldarsi.
Il fiume è maestoso, non è
fangoso ma blu, proprio perché i sedimenti si depositano nel vicino bacino
lacuale e fa impressione notare che le sue rive sono desertiche.
L’unica vegetazione presente
è costituita da palme, piante grasse e spinose in genere, fra cui i saguari, un
particolare tipo di cactus dalla crescita molto lenta.
E’ curioso notare che il
saguaro può compiere la prima ramificazione dopo decenni, ma può raggiungere i
20 metri di altezza e superare i 150 anni di età.
Per addentrarci meglio nel
fiume percorriamo un pontile dove sono ormeggiati alcuni motoscafi e piccole imbarcazioni ad uso turistico, poi
vediamo un grosso negozio ed entriamo, sicuri che almeno lì l’ambiente sarà condizionato.
Mangiamo qualcosa, qualche
piccolo acquisto e intanto chiedo al gestore, di chiare origini indiane come
quasi tutte le persone che vedo, se da queste parti è possibile raggiungere
questa nuova località che si affaccia sul Grand Canyon.
Non capisco perfettamente quello
che mi dice, ma afferro che, avanti ancora per un certo numero di chilometri
lungo l’autostrada 93, dovrebbe esserci una deviazione che conduce proprio là.
Chiedo se la strada è
praticabile da una vettura qualsiasi e mi risponde che la via è percorribile da
qualunque tipo di auto perché è asfaltata, ad eccezione di qualche chilometro e
poi la località disterebbe da qui un po’ meno di 100 miglia.
Siamo parzialmente
soddisfatti delle indicazioni perché queste stuzzicano la nostra curiosità, ma
i dubbi non sono dissipati completamente e, facendo un piccolo calcolo,
significa che questo luogo per visitare il Grand Canyon dista circa 250
chilometri da Las Vegas.
Rimandiamo eventuali
decisioni ad altri momenti, ora siamo un po’ stanchi, dobbiamo rientrare e poi
stasera, se ne avremo la forza, gireremo un po’ a piedi per Las Vegas.