venerdì 15 luglio 2016

Willow Beach



# 29

Raggiungiamo la macchina, la metto in moto attivando immediatamente l’aria condizionata perchè siamo nelle prime ore del pomeriggio e la temperatura esterna continua a salire.
Abbiamo ancora molte ore di luce e così apriamo la carta geografica per capire dove avventurarci.
I luoghi non mancano, ma poiché non sono tutti nelle vicinanze, necessiterebbero più di una frazione di pomeriggio per una loro visita.
Per dirla tutta avremmo voluto dedicare un giorno anche al Grand Canyon del Colorado ma, carta alla mano, avevamo già visto prima di partire che il Grand Canyon Village, situato sul South Rim, probabilmente il luogo più frequentato e comodo da raggiungere, dista 450 chilometri da Las Vegas, insomma un altro viaggio.
Mi ero informato e avevo letto che giusto un paio di anni prima era stata aperta una grande opera, con vista sul Grand Canyon, in una zona molto più a ovest del South Rim, quindi più facilmente raggiungibile da Las Vegas.
L’avevo anche cercata con Google Maps e pur trovandola, addirittura servita da un piccolo aeroporto, la strada che la raggiungeva era considerata al rango di una mulattiera che percorre ampi territori desertici e Street View neppure la mostrava.
Avevamo quindi accantonato l’idea di una visita al Grand Canyon a causa della distanza, per la mancanza di informazioni sicure, per gli eventuali rischi derivanti da percorsi fuori-strada in territori poco frequentati e arroventati dal caldo e poi perché questo viaggio era già particolarmente ricco di località da visitare.
Avevamo concluso che sarebbe stata opportuna una visita preliminare dei posti limitrofi, un sopralluogo che ci avrebbe consentito di fare esperienza, utile per una volta successiva.
Mentre maneggio la carta geografica, stando seduto nell’auto, ricordo che la prima parte di strada che raggiungeva questa nuova località transitava proprio sulla Highway 93, quella che stavamo percorrendo anche durante l’attraversamento della Hoover Dam e che poi prosegue verso sud.
La visita della diga e la vista del Black Canyon, col sottostante fiume Colorado, riaccendono questi particolari della pianificazione del viaggio fatta a casa e poi, considerato il caldo, la nostra presenza in questa zona e il desiderio di toccare almeno con le mani e coi piedi il fiume, decidiamo di proseguire per qualche chilometro a sud, almeno fino al primo centro abitato sul fiume: Willow Beach.
Lungo la strada non troviamo nessuna indicazione che riguarda il Grand Canyon, ma finalmente raggiungiamo il paesino dopo avere abbandonato la highway e percorso un paio di chilometri senza anima viva in territorio desertico.
In realtà chiamarlo paesino è esagerato: qualche casa situata anche lontano dalla strada principale  e poi un porticciolo sul fiume.
Il parcheggio dove fermiamo l’auto è molto ampio ma deserto, segno che, nonostante le apparenze, questo luogo conosce dei momenti di gloria e di vita.
Scendiamo, fa molto più caldo di prima e c’incamminiamo verso uno scivolo di cemento costruito per mettere in acqua i gommoni e le piccole imbarcazioni.
Scalzi, immergiamo i piedi e parte delle gambe nel Colorado e restiamo un po’ stupiti dal fatto che ci aspettavamo di essere bagnati da acqua molto più calda.
Verremo a sapere successivamente che qui il fiume può misurare fino a 20 gradi di temperatura in meno rispetto all’acqua superficiale del lago Mead, a causa del fatto che le turbine elettriche, per funzionare, prelevano acqua vicino al fondo del lago e quindi è molto più fredda che in superficie; la stessa acqua che poi scorre qui senza avere avuto il tempo di scaldarsi.
Il fiume è maestoso, non è fangoso ma blu, proprio perché i sedimenti si depositano nel vicino bacino lacuale e fa impressione notare che le sue rive sono desertiche.
L’unica vegetazione presente è costituita da palme, piante grasse e spinose in genere, fra cui i saguari, un particolare tipo di cactus dalla crescita molto lenta.
E’ curioso notare che il saguaro può compiere la prima ramificazione dopo decenni, ma può raggiungere i 20 metri di altezza e superare i 150 anni di età.
Per addentrarci meglio nel fiume percorriamo un pontile dove sono ormeggiati alcuni motoscafi  e piccole imbarcazioni ad uso turistico, poi vediamo un grosso negozio ed entriamo, sicuri che almeno lì l’ambiente sarà condizionato.
Mangiamo qualcosa, qualche piccolo acquisto e intanto chiedo al gestore, di chiare origini indiane come quasi tutte le persone che vedo, se da queste parti è possibile raggiungere questa nuova località che si affaccia sul Grand Canyon.
Non capisco perfettamente quello che mi dice, ma afferro che, avanti ancora per un certo numero di chilometri lungo l’autostrada 93, dovrebbe esserci una deviazione che conduce proprio là.
Chiedo se la strada è praticabile da una vettura qualsiasi e mi risponde che la via è percorribile da qualunque tipo di auto perché è asfaltata, ad eccezione di qualche chilometro e poi la località disterebbe da qui un po’ meno di 100 miglia.
Siamo parzialmente soddisfatti delle indicazioni perché queste stuzzicano la nostra curiosità, ma i dubbi non sono dissipati completamente e, facendo un piccolo calcolo, significa che questo luogo per visitare il Grand Canyon dista circa 250 chilometri da Las Vegas.
Rimandiamo eventuali decisioni ad altri momenti, ora siamo un po’ stanchi, dobbiamo rientrare e poi stasera, se ne avremo la forza, gireremo un po’ a piedi per Las Vegas.