venerdì 25 settembre 2015

Il salto generazionale

Ieri incontro una conoscente e, scambiando qualche parola, mi racconta di avere alcuni problemi di comunicazione con la figlia adolescente.
Secondo lei questo deriva dalla troppa differenza d’età, circa 40 anni, che intercorre fra loro.
Passa un po’ di tempo e incontro un altro conoscente sulla settantina accompagnato da uno dei nipoti, adolescente anche lui che, ad un certo punto del colloquio, redarguisce il nonno in modo simpatico, chiedendogli perché si autodefinisce vecchio.
In realtà questo uomo si lamenta solo un po’ del fatto che fatica a mantenere una linea asciutta e che in bicicletta, ultimamente, non ha sempre voglia di percorrere decine di chilometri come un po’ di tempo fa. 
Ecco qua la riflessione in agguato che mi entra in testa considerando i due episodi che sono svincolati fra loro: il salto generazionale.
Il divario generazionale è sempre esistito, modi diversi di pensare, di agire, di credo, di ideologia, di obiettivi, di essere più o meno combattivi o rassegnati, atteggiamenti e comportamenti nei confronti della vita e delle conoscenze spesso dettati dall’impressione di avere più o meno forza, nella “certezza” delle proprie ragioni.
Penso a quando ero ragazzo io, a quando si pensava che i 40/50enni fossero quasi dei sopravissuti agli eventi, un’età così lontana, un futuro così remoto quasi da non prenderlo in considerazione, eppure le esperienze altrui ci insegnavano che quell’età sarebbe giunta piuttosto in fretta e quindi era necessario costruire la propria vita giorno dopo giorno.
Nelle generazioni precedenti alla mia il salto generazionale era ancora peggio.
In mezzo c’erano anche motivi di guerra vissuta, insieme alla fame, a tanta povertà e ignoranza.
Non molto spesso i nipoti potevano conoscere i loro nonni e quando succedeva avevano a fare con persone abbruttite dall’asprezza della vita e della salute.
Torniamo a noi, a oggi.
La distanza anagrafica media tra una generazione e l’altra è aumentata, il mondo non è mai stato così dinamico come ora.
E’ esperienza comune, o facilmente appresa, che da qualche decennio l’evoluzione è sempre più rapida.
Solo considerando queste due ultime affermazioni, oltre alla situazione pregressa, dovremmo concludere che la differenza di pensiero tra i giovani ed i meno giovani dovrebbe essere molto più accentuata, dovrebbe esserci in mezzo un solco invalicabile nella comprensione reciproca, invece secondo me oggi avviene l’esatto opposto.
Ci sono mamme che escono con le figlie, che le accompagnano allo shopping o in palestra, ma non perché vogliono sostituirsi alle loro amicizie o “controllarle”, ma perché il ruolo di mamma non è necessariamente in conflitto con quello di amica (naturalmente il ruolo primario non deve essere snaturato).
Ci sono papà che fanno sport con i loro figli, vanno in bicicletta o giocano a calcio con loro, sciano insieme.
Immagino già una critica a queste affermazioni: “Lo fanno per dimostrare a se stessi di essere ancora giovani e competitivi come un ragazzo; hanno paura di invecchiare”
Io penso che non ci sia nulla di male nel cercare di mantenersi giovani, attivi ed efficienti, ci è stato dato questo corpo e solo questo, che male c’è nel tenerlo efficiente, pulito, in ordine e funzionante?
Non credo negli eccessi della chirurgia estetica, ma sono felice che esistano una medicina e una chirurgia “funzionale” sempre più rispettose delle persone, capaci di guarirci il più possibile dalle malattie.
In questo mondo, nel 2015, vivono insieme almeno tre generazioni e questo non è mai successo a memoria d’uomo. 
Non mi sembra solo un record, ma anche una conquista sociale.
Nonni (e talvolta bisnonni) capaci di dare una mano ai propri figli e nipoti simultaneamente in uno scambio simbiotico di esperienze, idee, innovazione, talenti, sono un fatto culturale e comportamentale nuovo, una ricchezza per tutta l’umanità e anche un mezzo per colmare la distanza generazionale, per generare nuova comprensione e soprattutto rispetto reciproco.


martedì 8 settembre 2015

Le Highlands del nord-ovest - 2



# 24

Costeggiamo il loch Broom e pochi minuti dopo raggiungiamo il paese di Ullapool, che principalmente si estende sul lungo costa per qualche centinaio di metri.
Case e negozi, tutti allineati sul mare dal quale i residenti traggono praticamente la loro sussistenza sottoforma di pesca, ma anche di turismo.
Negozietti turistici, bar, sale da thè, locande, un bell’ambiente, persino un Golf Club, insomma non manca nulla che non possa trattenere qui la gente mettendola a proprio agio.
Effettivamente, dopo aver percorso molti chilometri incontrando pochissimo traffico sulla strada, non immaginavo di trovare un insediamento abitato così vivace, tuttavia c’è da considerare che Ullapool possiede anche un terminal da cui partono i traghetti verso le isole Ebridi esterne per cui, per certi versi, è un crocevia obbligato.




Da questa mattina, partiti da Broadford nell’isola di Skye, abbiamo percorso parecchia strada e dopo aver raggiunto questa meta, oltre ad aver fatto una passeggiata distensiva, pensiamo sia ora di rientrare a Drumnadrochit, però guardo la carta e vedo una località vicina che si trova dietro ad un promontorio situato a poca distanza.
Decidiamo di raggiungere questo nuovo paese sperando che la salita sulla collinetta ci regali un altro panorama della zona, ma osservato da un diverso punto di vista.
Non restiamo delusi e scattiamo una foto di Ullapool vista dall’alto in prossimità di un “cattle grid”.



Il cattle grid è una barriera per gli animali: è formata da un buco nell’asfalto stradale ricoperto da barre di ferro distanziate in modo tale che il bestiame, come ovini e bovini, non possa transitare perché le loro zampe entrerebbero nella griglia.
La griglia però è sufficientemente stretta da permettere il passaggio di un piede umano e delle ruote di un’automobile.
Con questo metodo gli animali al pascolo non possono scappare percorrendo le strade, sfruttando proprio la loro riluttanza innata a percorrere le griglie.


      
Ora scendiamo dall’altro lato dell’altura e arriviamo ad Ardmair; più che un paese vero e proprio direi che si tratta di una manciata di casette bianche sparpagliate sulla riva del mare ai piedi di una collina.
Così lontano da sembrare un luogo di un altro mondo, emana un aspetto ascetico che viene sottolineato dalla sua spiaggia.
Posta all’interno di un’insenatura, è riparata dal moto ondoso più vivace da una piccola isola vicina e dal fatto che alcuni chilometri al largo si trovino le isole Ebridi esterne.
La caratteristica di questa spiaggia a semicerchio, costituita da ciottoli piatti tondeggianti quasi tutti uguali fra loro, è dovuta alle strisce colorate, alle varie sfumature di grigio (molto meno di 50 ^_*) che la marea e le onde pennellano su fasce concentriche.
Dal grigio scuro passano al bianco man mano ci si allontana dall’acqua, è qualcosa di veramente bello. 


                        
Abbiamo raggiunto il limite fino al quale potevamo spingerci e così iniziamo il rientro.
Transitando lungo strade già percorse senza fare ulteriori soste, ci si muove più in fretta, al punto che, prima di arrivare al Loch Droma, abbandoniamo la A835 per imboccare la più stretta A832 che ci riporta indietro fino a costeggiare nuovi fiordi marini (Little loch Broom e poi loch Ewe).   





  
Sul loch Ewe facciamo una veloce sosta ad Aultbea, sede anche di una base NATO dove spesso le grandi navi vengono a rifornirsi.   



Continuiamo a costeggiare quell’insenatura che è il loch Ewe poi saliamo su una collina caratterizzata da piccoli laghetti e molte piccole pozze d’acqua finchè, stesa sulla costa, scorgiamo la località di Gairloch. 



Non credo abbia nulla di eclatante da raccontare, ma basta il fatto che anche lei sia una piccola perla di luogo che ti fa apprezzare il panorama.
Sì, una delle tante, quasi tutte uguali fra loro come le perle naturali di una collana, eppure con quelle piccole sfumature grigie proprie che le caratterizzano l’una dalle altre e rendono la collana un insieme prezioso e unico.
E’ proprio l’ora di rientrare, ma lungo la strada (A832) facciamo ancora un’abbuffata di punti caratteristici lungo il loch Maree e altri luoghi fino al ricongiungimento con la A835 che ci riporta ad Inverness  e poi a Drumnadrochit.